Vigili, derby e Scala sono a rischio sciopero

Minacciano di incrociare le braccia per il derby o addirittura per la Prima della scala. Sono i 3000 ghisa che stanno studiando o contromosse nei confronti del Comune, reo di non voler cedere su nessuna delle richieste avanzate dai sindacati. Due giorni fa si il tentativo di conciliazione tra Palazzo Marino e tutte le sigle sindacali dei dipendenti dell'amministrazione, fallito.

«Dal Comune non ci è stata nessuna apertura né sul fronte del contratto decentrato, della mobilità del personale, del piano assunzioni, delle relazioni sindacali. Niente di niente» attacca Daniele Vincini, segretario regionale del Sulpm. «Ora ci riuniremo al più presto, con tutte le rappresentanze, per studiare le azioni da mettere in campo». L'iter prevede che debbano passare dieci giorni dal tavolo in prefettura prima di far scattare le procedure per gli eventuali scioperi o mobilitazioni da parte dei dipendenti. Palazzo marino è avvertito.

Il sindacato dei vigili sta pensando al derby che si terrà il 23 novembre oppure alla Prima delle scala, eventi impattanti e delicati per la nostra città, visto che si tratta della Prima della Scala di Expo (l'esposizione universale chiuderà i battenti il 31 ottobre e dopo quella data probabilmente l'attenzione mediatica si sposterà da Milano). Dire derby a Milano significa uno schieramento di 150 vigili in strada, il doppio, per il potenziamento di tutti i servizi: non solo il traffico, ma anche contrasto alla microcriminalità o all'abusivismo, per un totale di 500 ore di straordinario.

«Sciopero, assemblea, presidio con volantinaggio, sciopero degli straordinari: dobbiamo ancora decidere le modalità della forma di protesta, che faremo in maniera collegiale, ma è chiaro che il Comune, o meglio il sindaco ci devono mettere la faccia. Qualsiasi città che ospiti un evento mondiale ottiene fondi e deroghe - attacca Vincini - qui accade il contrario: il sindaco aveva chiesto 128 milioni al Governo per gli extra costi Expo ma ne ha ottenuti solo 50, aveva chiesto deroghe per le assunzioni che sono state rifiutate. All'epoca di Albertini il consiglio comunale veniva dopo il Parlamento, ora Milano viene trattata come un ente marginale».

Non si possono chiedere sacrifici ed extra ai lavoratori, tipo il blocco delle ferie o il raddoppio della mole di lavoro, vista la carenza di organico in alcuni settori, gli straordinari e i doppi turni e poi non accogliere nessuna richiesta dei lavoratori, il mantra dei lavoratori comunali. I 13mila dipendenti sono furibondi: oltre ai vigili rischiano di fermarsi servizi essenziali per la città, come gli asili, i servizi funebri e cimiteriali, l'anagrafe, il settore cultura, con biblioteche e musei.

In sostanza i mesi che mancano all'evento del 2015 potrebbero essere disseminati da scioperi a macchia di leopardo. E guai a dire che sarà colpa dei sindacati: «Non vogliamo diventare il capro espiatorio degli eventuali disagi di Expo» l'affondo di Vincini.

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