"Vis à vis", ritratti di donne conquistano Mosca

La ritrattista milanese Kriss Dubini e la moscovita Ekaterina Rozhkova espongono insieme

"Vis à vis", ritratti di donne conquistano Mosca

Il Museo Statale Russo delle Arti Popolari, Applicate e Decorative, l'Istituto Italiano di Cultura di Mosca e East Meets West Gallery presentano il progetto internazionale «Vis-à-vis», in concomitanza con la giornata internazionale della donna.La mostra inaugura lunedì 6 marzo alle ore 18.00 nella «Sala bianca» del Museo Statale Russo delle Arti Applicate e Decorative di Mosca (ul. Delegatskaya, 3). Kriss Guenzati Dubini, ritrattista e scultrice milanese, e l'artista moscovita Ekaterina Rozhkova si incontrano negli spazi del Museo Statale Russo delle Arti Popolari, Applicate e Decorative per dare vita, attraverso il personale percorso iconografico ed estetico del loro fare artistico, all'incontro tra due mondi, due culture.

Nell'iter di studio e di analisi dei volti ritratti dalle due artiste, ognuna di loro pone l'accento non soltanto sullo stato d'animo interiore e sugli aspetti esteriori dei loro soggetti, ma anche su simboli e complementi che caratterizzano la vita sociale e privata della persona ritratta, così come sui tratti che ne denotano la nazionalità. I ritratti di Kriss Guenzati Dubini sottolineano in maggiore misura il ceto alto borghese dei protagonisti delle sue tele, quasi a voler proteggere, non palesandolo troppo, il lato psicologico. «Nel novero dei suoi lavori più stimolanti- scrive Evelina Schatz, -la serie di raffinati ritratti realizzati a carboncino, in dialogo con statue antiche o dettagli di templi greci, creando così una memoria della storia di stampo rinascimentale. Quasi a dire che l'arte classica continua a nutrire la cultura europea. Mentre i ritratti e i gruppi di famiglia sono portatori di una sinfonia di dettagli glamour della contemporaneità..»

Di segno diverso le sue ceramiche, dove le linee dei busti femminili sono più minimaliste e contemporanee. La scelta dei soggetti è dettata da obiettivi legati alla materia e allo stile: Kriss Dubini si avvale infatti di tecniche e materiali che fanno parte della tradizione italiana come la terracotta, il mosaico, lo smalto. In essi emblemi e simboli sociali sono assenti, inserendosi in linguaggio formale più volto all'oggi. Ekaterina Rozhkova interpreta lo stesso tema in modo differente. Pregno di valenze simboliche non solo il titolo, «La città delle donne», dato alla serie di lavori che costituiscono in corpus di questa mostra, ma il fatto stesso che la pittrice affronti il genere del ritratto.

Di età diverse, di professioni diverse, appartenenti a ceti sociali diversi, tutte le protagoniste di questa serie di ritratti sono intense esponenti dell'epoca e del luogo in cui sono immerse, la Russia del XXI secolo.

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