di Alberto Giannoni
Altri tagli, solito centralismo. Le ultimissime da Roma, dove si discute il contenuto della manovra finanziaria, sono variazioni sull'antifona degli ultimi anni, però a due giorni dal referendum assumono tutto un altro tono. «Dopo l'approvazione in Consiglio dei ministri, compaiono le prime bozze di testo della Manovra - ha detto l'uomo dei conti al Pirellone, Massimo Garavaglia, assessore all'Economia di Roberto Maroni - siamo quindi in grado di commentare gli effetti per Regione Lombardia: per quanto riguarda i tagli siamo oltre i 400 milioni di euro, vale a dire che quasi la metà del bollo auto incassato va a Roma, e questo esclusa la sanità». «Per la parte sanitaria, invece - ha aggiunto - le cose vanno se possibile anche peggio: non ci sono risorse per i contratti». Neppure un euro. Resta quindi il blocco delle assunzioni e «resta - ha spiegato - la regola per cui dovremmo addirittura ridurre il personale rispetto alla spesa del 2001: una follia. Una follia pensare di ridurre la spesa rispetto a un dato di 16 anni fa». Follia impedire investimenti adeguati a quella che è la prima Regione italiana secondo tutte le classifiche di efficienza, quella Lombardia che spende meno e meglio delle altre, tanto che l'Italia potrebbe risparmiare 23 miliardi all'anno solo copiando le scelte fatte a Milano.
Invece di lasciare risorse e libertà a chi sa gestirle, il governo centrale fa la voce grossa. «Altro che autonomie - dice Garavaglia - le risorse vanno a Roma che poi decide se e come farle tornare. Motivo in più e definitivo per votare e votare sì al referendum».