La prima volta non si scorda mai...Ieri è stato un giorno indimenticabile per il vicepresidente del consiglio comunale Riccardo de Corato: ha messo piede al centro sociale Leoncavallo. Lasciate alle spalle (?) le vecchie acredini (il ricovero in ospedale in seguito a un'aggressione dei leoncavallini prima maniera in piazza Argentina nel 1989) - ma non i ricordi («io ho la memoria lunga e certe cose non me le dimentico»), il coordinatore regionale di Fdi ha varcato la storia soglia di via Watteau. L'occasione: il sopralluogo della commissione comunale Urbanistica e Politiche Sociali, chiesto appunto dall'opposizione per verificare lo stato dell'ex cartiera occupata dal 1994, in vista della delibera di permuta delle aree. Ad accoglierlo sulla porta Daniele Farina, parlamentare di Sel, storico portavoce del Leo, e suo compagno di aula (è stato consigliere comunale dal 2001 al 2006): stretta di mano e pacca sulla spalla. I sorrisi finiscono qui.
L'acerrimo nemico degli autonomi, infatti, è molto serio, si guarda in giro sospettoso, mani dietro la schiena. Non sorride per due ore. Farina conduce il tour tra battute, scherzi e ilarità degli altri consiglieri, visibilmente incuriositi. Per tutti quelli dell'opposizione è la prima volta. Entrando nella cucina popolare, Mirko Mazzali, capogruppo di Sel in Comune e avvocato difensore degli autonomi per gli scontri del '94 scherza «Vede, onorevole, lei non lo sa ma qui c'è sempre». Sul muro campeggia un manifesto: «La sicurezza di Pulcinella, il titolo, sotto la foto del Duce, e ancora «Moratti De Corato... «Ehe he» a De Corato scappa un mezzo sorriso. Alan Rizzi si avvicina all'ex vicesindaco: «ma tu è la prima volta che vieni qui?» «Secondo te?!!!» risponde De Corato irritato. In realtà quella che viene dipinta come una visita storica, ovvero politici di centrodestra che per la prima volta mettono piede nella sede del «nemico pubblico numero uno» ha un precedente. Vittorio Sgarbi nel 2006 da assessore alla Cultura della giunta Moratti fece un'incursione notturna al Leonka - per la gioia dell'allora vicesindaco che oggi finge di non ricordare - seguita da una visita ufficiale, a fare gli onori di casa Daniele Farina.
Continua il giro tra ciclofficina, baretto, spazio per i concerti. «L'area della cannabis dov'è?» chiede l'ex vicesindaco. Sguardo stranito di Farina: «solo quella lassativa» replica. «Ma come - insiste piccato De Corato - qui non coltivavate cannabis?». Farina continua a snocciolare il bilancio, l'elenco dei lavori fatti, «questo posto ha delle potenzialità enormi» insiste. «Pensavo che fosse messo meglio» confida ai compagni di partito. «Allora senatore - lo punzecchia una giornalista - bello qui, no?» «Ohhhhhhhh...». Il vecchio leone della politica, un passato nell'Msi, non arretra di un millimetro, la bocca piegata all'ingiù, l'espressione guardinga, la posa rigida di chi si sente a disagio, quasi braccato. Non cede alle provocazioni nè agli scherzi. «Taci il nemico ti ascolta - si lascia scappare un momento di ilarità - «non parlo in casa del nemico, vi dico qualcosa fuori» dice ai giornalisti.
Le pareti del Leoncavallo sono completamente ricoperte di graffiti, tag e disegni. Andrea Fanzago (pd) scherza con Fabrizio de Pasquale, presidente dell'associazione nazionale Antigraffiti: «Allora Fabrizio, cosa dici di questi bei graffiti? Non c'è un centimetro di muro rimasto bianco...». Il sopralluogo finisce a tarallucci e vino per gli altri esponenti del centrodestra: sfida a biliardino tra Mazzali e Alessandro Giungi (pd) contro Pietro Tatarella capogruppo di Fi e De Pasquale (Fi). La commissione è conclusa, De Corato fa per andarsene, poi torna indietro per salutare il padrone di casa, Farina.
Nel frattempo sono arrivati i caffè per tutti i consiglieri, che lo invitano a berlo: «C'è il caffè Riccardo, è buono!». Niente da fare: «Non ne ho bisogno, non penso che sia avvelenato! Ma non ne ho bisogno». È l'unico a rifiutare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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