
Piace il voto elettronico. Dal centro alla periferia i milanesi hanno apprezzato il voto su tablet che ha debuttato ieri in occasione del referendum per l'autonomia regionale. È piaciuto meno, tra polemiche e note messe a verbale ai componenti del seggio che si sono trovati a dover gestire problemi tecnici, disservizi, e presunte irregolarità.
Sono stati soprattutto i più anziani, la maggior parte di quel 10 per cento di votanti registrati ieri verso le 16 ai seggi del centro e della periferia a dover fronteggiare la novità. «Perché mai dover essere preoccupato?» risponde un signore sugli ottanta dal seggio ospitato all' istituto Cavalieri di via Olona (MM Sant'Agostino). «Ma sì è facilissimo - fa eco un'anziana - io uso computer e cellulare, non ho mai avuto un tablet, ma sinceramente è un gioco da bambini». Fuori dai seggi campeggiano enormi cartelli con gli screenshot delle schermate per spiegare passo passo le tre mosse che portano al voto. «È tutto spiegato - rispondono scrutatori e presidenti - e se qualcuno non sa come fare lo seguiamo. Se anche qualcuno è arrivato alla cabina preoccupato, poi è uscito soddisfatto e sollevato».
Stesso copione allo scuola Bergognone (zona Solari): «Qui la maggior parte dei votanti sono anziani, anche sui novant'anni, sono venuti tutti da soli, sanno che si vota con il tablet e si sono preparati, se la sono cavata benissimo» spiegano dalle sezioni. «Io non ho il computer e non l'ho mai usato, ma sono sicura che me la caverò» scherza una sciura di 90 anni prima di entrare nella scuola. «Il voto è chiaro e veloce e anche il metodo» risponde un signore con il bastone. «È andata molto bene, gli anziani se la cavano egregiamente - commentano - francamente non ce lo aspettavano».
Stesso discorso in via Giambellino, alla scuola Nazario Sauro, dove però si sono verificati problemi tecnici: computer e pulsantiere che non funzionavano sabato, tecnici addetti all'installazione insufficienti, componenti del seggio che non erano stati istruiti e che non hanno ricevuto nemmeno i manuali. «Scriveremo una lettera di lamentele al Comune - spiega una presidente di seggio - l'organizzazione è stata pessima. Anche questa mattina (ieri per chi legge) c'erano dei tablet che non funzionavano». Nota polemica anche per tutte le operazioni che accompagnano le operazioni di voto: «Non ha senso che si organizzi un voto elettronico quando le operazioni di identificazione e registrazione degli elettori vengono fatte su carta, per non parlare della ricevuta di voto, ci mettiamo molto più tempo a compilarla, rispetto al semplice timbro sulla scheda elettorale. E non si capisce perché non si potevano usare un sistema informatico e la carta regionale dei servizi».
Situazione più grave in centro, in via Circo per l'esattezza: qui la presidente di seggio ha denunciato e fatto mettere a verbale che le «macchinette per il voto ci sono arrivate con le chiavette già inserite, mentre avremmo dovuto inserirle noi presidenti. Abbiamo denunciato il fatto perché non sappiamo assolutamente cosa ci sia in quelle chiavette e non c'è modo di controllare. Non mi sembra però una bella dimostrazione di democrazia».
Altro elemento di dubbio la ricevuta di voto, un semplice pezzetto di carta, che «non impedisce, a chi per legge ha la possibilità di votare in seggi diversi dal proprio, di esprimere la preferenza più di una volta non dovendo mostrare timbri sulla tessera elettorale».