Chi li conosce, anche solo di vista, è pronto a giurarlo: si erano amati molto. Tra alti e bassi avevano convissuto 18 anni. E anche se ormai la loro relazione era arrivata al capolinea, abitavano ancora insieme. E non solo per ragioni economiche, per risparmiare, ma perché nessuno dei due voleva arrendersi all'inevitabile conclusione di quel rapporto sfilacciato, stanco e soprattutto diventato troppo violento. Martedì sera, infatti, il tragico epilogo della loro relazione, ha sorpreso tutti nel palazzo popolare giallo e grigio di piazzale Accursio, al Portello. Lui, Mohamed Anis Saadouni, un egiziano di 44 anni, ha ucciso con un coltello da cucina la sua donna, un'italiana 48enne di origini ecuadoriane, Tanya V.. La poverina è morta per numerose ferite su tutto il corpo, provocate da un coltello da cucina con la lama lunga e affilata. Interrogato dai poliziotti del commissariato Quarto Oggiaro, però, il convivente ha negato tutto: secondo la sua versione, ritenuta inverosimile dagli investigatori, la convivente si sarebbe ferita da sola, in un raptus di autolesionismo. E da sola, sempre secondo la versione dell'uomo - ora agli arresti per omicidio aggravato dai futili motivi - si sarebbe inferta anche il colpo letale, un taglio profondo sotto lo sterno.
Tanya era una stimatissima assistente sanitaria in una clinica geriatrica di via Paravia, in zona piazzale Lotto e non aveva mai avuto problemi con la giustizia. Mohamed Anis era titolare di un'impresa di pulizie, ma negli ultimi tempi gli affari non gli andavano più molto bene. Entrambi non avevano mai avuto problemi con la giustizia.
«Negli ultimi tempi, però, era evidente che qualcosa era cambiato tra loro: anche se io personalmente non li ho mai visti litigare, incontrandoli per strada mi ero accorta che sembravano due estranei - racconta Teresa, 66 anni, una vicina che abita nello stesso casermone di piazzale Accursio -. Gli altri condomini, poi, le avevano sentite le loro grida notturne! Eccome se le avevano sentite! Che lui la picchiasse si sapeva. E sono sicura che qualcuno del palazzo recentemente si fosse persino spinto a consigliarle di denunciarlo, ma la donna non ne voleva sapere. Non voleva metterlo nei guai, capisce? Pensi che dopo una lite, per qualche tempo, lui era sparito, si diceva fosse tornato in Egitto. E tutti a dirle, sollevati per lei: Vedi che magari te ne sei liberata? Invece di lasciarlo perdere, ne aveva denunciato la scomparsa!».
Tanya aveva avuto una figlia ormai 24enne da un'altra relazione. La ragazza ha spiegato agli investigatori di Quarto Oggiaro di non aver mai accettato la convivenza della madre con l'egiziano perché li considerava «molto diversi». Negli ultimi tempi però Tanya, che si confidava con la ragazza, stanca di minacce e botte, aveva manifestato la sua decisione di abbandonare per sempre il convivente.
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