Il welfare del Comune? A pagamento

Dichiarazione Isee obbligatoria per accedere ai servizi sociali, solo sotto i 3mila euro l'assistenza sarà gratuita

Il welfare del Comune? A pagamento

Dalla consegna dei pasti all'assistenza alle pulizie: da gennaio 2014 per ricevere i servizi sociali a domicilio sarà obbligatorio presentare la dichiarazione Isee. Sotto i 3mila euro - fascia definita di «povertà estrema» - le prestazioni resteranno gratuite. Sopra, scatterà una compartecipazione alla spesa. E il Comune metterà in vendita i servizi a fasce di anziani e famiglie con disabili che oggi vengono definite «classe media». Una rivoluzione del Welfare che nelle intenzioni dell'assessore Piefrancesco Majorino «non intende ridurre la platea dei più deboli che godono dei servizi gratis» ma «casomai avere più potere di controllo per escludere chi non ne ha diritto», i furbetti. E «chi non avrebbe diritto a pasti a domicilio o badante potrà acquistare il servizio a prezzi calmierati, così faremo arrivare nuove risorse». Palazzo Marino ha già fatto una stima del mercato potenziale. Per l'assistenza domiciliare si parla di 394.673 ultrasessantenni, 94.330 over 80, 4.250 anziani già utenti, 6.674 disabili e 538 già utenti, oltre 168mila minori e 914 utenti. Oltre 400mila milanesi che oggi «acquistando» sul mercato una badante per 55 ore pagano circa 1.400 euro. Il Comune conta invece di offrire a prezzi più bassi un servizio più flessibile.

«Su alcuni fronti siamo ancora carenti - ammette Majorino - dovremmo puntare al modello Bologna con le badanti di condominio». Ma il mercato potrebbe allargarsi alla teleassistenza, alla mediazione familiare (sono 1.400 le separazioni annue). Il rischio è che la platea di quanti accedono oggi del welfare gratuito si riduca ai minimi termini, un pò per difficoltà a comprendere i meccanismi (si è visto qualche settimana fa recentemente con i nuovi abbonamenti scontati dell'Atm secondo il reddito Isee, gli anziani sono andati nel pallone). E la dice lunga la mission scritta sul Bilancio 2013 del Welfare approfondito ieri in Commissione: sulla consegna dei pasti a domicilio, per dire, «si prevede una maggiore estensione degli utenti che partecipano al costo del servizio». L'assessore insiste sull'evasione. A maggio era scoppiata la polemica sul taglio dei 3mila sussidi al minimo vitale. Reintrodotti ad agosto, per avere i due mesi saltati bisognava autorizzare il Comune a verificare la situazione patrimoniale. «Il 12% non ne aveva diritto» afferma. Ma il Pdl Fabrizio De Pasquale è perplesso: «Fanno la guerra ai poveri e spendono per aprire la Casa dei diritti o produrre le “pagine gialle“ del Welfare».

E mentre l'assessore fa mettere a verbale che non parteciperà «a un Bilancio 2014 con meno risorse, non si può tagliare oltre», le cifre del Sociale vedono una spesa per il 2013 di 204 milioni, 8 in meno del 2012. Il taglio più forte? Da 6,5 milioni, sulle rette degli anziani nelle Rsa, quasi bloccati i nuovi ricoveri.

E nonostante la giunta continui a scaricare le colpe su Stato e Regione, i trasferimenti non sono calati ma aumentati (guarda caso) di 8 milioni, da 25,9 a 33,3. Mentre «il Comune - puntualizza Marco Osnato (Fdi) - riduce i propri fondi da 186 a 170 milioni».

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