The Who, una leggenda al Forum

Lunedì ad Assago la storica band inglese. Stasera tocca a Emma

Nel gran calderone della musica contemporanea c'è spazio per tutti. Icone riconosciute del rock mondiale - come gli Who degli eterni Pete Townshend (71 anni) e Roger Daltrey (72 anni) -, e popstar decollate con il talent tv, vedi Emma Marrone lanciata ormai sei anni fa da «Amici». Due realtà musicali, entrambe di successo, ma distanti anni luce tra loro, che calcheranno le assi dello stesso palcoscenico, il Forum di Assago, tra stasera e lunedì.

Stasera e domani toccherà alla 32enne cantautrice pop salentina, che ha deciso di far partire proprio dal Forum il suo nuovo tour dei palasport di supporto all'ultimo album in studio «Adesso». Il numero zero dello show, in Abruzzo, ha reso già esplicita la voglia di stupire della ragazza, pronta a stravolgere i classici del suo già corposo repertorio dando alle sue canzoni un'impronta sonora decisamente più elettronica, riflettendo per altro le caratteristiche del nuovo disco.

Degli Who che cosa dire? La parabola della cricca londinese è una tra le più curiose e interessanti degli anni Sessanta: dal fenomeno mod alle opera rock, basti pensare ai capolavori dagli accordi poderosi di «Quadrophenia» e «Tommy», il maestoso doppio album del 1969, il più grande successo della band, trasportato sullo schermo da Ken Russell e poi anche a teatro.

Orfani da decenni del batterista Keith Moon e del bassista John Entwistle, i membri storici del gruppo nel frattempo deceduti, rimpiazzati per l'occasione da Pino Palladino (basso) e da Zak Starkey, il batterista figlio di Ringo Starr dei Beatles (ma con loro ci sarà anche un altro chitarrista, Simon Townshend, il fratello di Pete), il chitarrista Townshend e il cantante Daltrey con l'ennesima reunion promettono una sorta di juke-box live con il meglio del canzoniere rock, a cominciare da «My Generation» e «I Can't Explain» (poche canzoni hanno avuto lo stesso impatto nella storia del rock), autentici inni della generazione giovane d'Oltremanica degli anni Sessanta.

Praticamente impossibile pretendere che Daltrey abbia la stessa estensione vocale di un tempo; ciononostante gli Who - raccontano le cronache - dimostrano di saper tenere il palco con una sorprendente energia.

Altro che nonni rock! Magari sarà anche «l'inizio di un lungo addio», ma riuscire ancora oggi nell'impresa di far rivivere in uno show live 50 anni e passa di musica rock, eseguendola tutta d'un fiato e con una grinta fuori del comune, rappresenta un regalo per certi versi unico e, perché no, da non perdere. Perché gli Who, non dimentichiamolo, sono e restano la storia del rock.

LuTes

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