Writer senza più religione: ancora una chiesa sfregiata

Solo pochi giorni fa è stato imbrattato il Duomo ora una scritta compare su un altro edificio di culto

Writer senza più religione: ancora una chiesa sfregiata

Dopo l'imbrattamento di una decina di giorni fa al Duomo, i vandali sono tornati a colpire una chiesa, San Paolo in via Asmara 2. Nella notte tra giovedì e venerdì mani ignote hanno scritto sul portone di bronzo: «Notte di vendetta trans». La scoperta è stata fatta da un passante attorno alle 6 del mattino, facendo intervenire la polizia. Eseguiti i rilievi, il parroco ha chiamato una ditta specializzata che ha ripulito l'ingresso.

«Non abbiamo la più pallida idea di chi e perché abbia voluto colpire la nostra parrocchia» risponde nel pomeriggio don Luca. «Questa è una zona tranquilla mai successo nulla di particolarmente preoccupante, mai avuto segnali di una insofferenza nei confronti della chiesa». Proviamo a insistere, magari il parroco durante qualche predica ha tuonato dal pulpito contro omosessuali e trans. «Ma non si figuri, niente di tutto questo, la parrocchia non è mai stata coinvolta in simili polemiche». Proviamo l'ultima ipotesi, forse qualche trans che si prostituisce in zona. «Escluderei anche questo, non ho mai avuto notizia di movimenti equivoci, quando meno nelle immediate vicinanze della chiesa».

Nessun sospetto dunque, ma qualcuno l'altra notte si è comunque preso la briga di lasciare un suo messaggio, e bello forte. Quella scritta dai toni inequivoci con la vernice gialla: «Notte di vendetta trans» e la data, 20/11. Dunque come se qualcuno avesse voluto «punire» la parrocchia, o il prevosto, per qualche suo atteggiamento intransigente. Rimane poi il sospetto del vandalismo «casuale», qualcuno che ce l'ha con i «preti» in generale e ha colpito la prima chiesa sotto mano. Infine dettaglio che confonde ulteriormente le idee: un paio di sedie, di provenienza ignota, lasciate davanti all'ingresso. Le indagini sono state per il momento condotte dagli agenti delle volanti che sono andate a cercare le solite telecamere di sicurezza, anche se non sembra ce ne siano nelle immediate vicinanze del tempio.

Ancora un portone imbrattato dunque, dopo le scritte lasciate alle 5 del 5 novembre in Duomo da un giovanissimo, ripreso dalle telecamere ma non ancora identificato. Uno scarabocchio con vernice bianca in cui si distinguono a mala pena alcune lettere che non formano comunque una parola di senso compiuto.

L'aggressione dell'altra notte ricorda l'invasione della chiesa di San Giuseppe Calasanzio di via don Gnocchi a San Siro, di domenica 5 giugno 2011. Una ventina di antagonisti fecero irruzione durante la messa di mezzogiorno accusando padre Alberto, di omofobia. Istanti di tensione con i manifestanti che gridavano «fuori i preti» e «chiudere le chiese», un fedele che sveniva, altri che reagivano venendo quasi alle mani con gli «invasori».

In particolare in quell'occasione i giovani inneggiarono a Giuliano Pisapia, eletto sindaco appena una settimana prima, «Ha liberato Milano, presto ne vedrete delle belle». Gesto per altro subito condannato dal primo cittadino.

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