«Zone senza potere? Allora meglio abolirle»

«Zone senza potere? Allora meglio abolirle»

Una boutade? A metà. Diciamo che la situazione che stanno vivendo i consigli di zona ha del grottesco. Dopo una partenza in pompa magna, almeno sulla carta, si sono ridotti a un fantoccio. E se l'atto che ha sancito politicamente la loro morte è stata la cancellazione dell'assessorato al Decentramento, di fatto sono stati svuotati di ogni potere. Le uniche deleghe date sono di mero indirizzo (non vincolante, ovviamente) e hanno un bilancio che è inferiore ai gettoni dati ai consiglieri in un mese. A partire dal queste amare constatazioni che i gruppi di Fratelli d'Italia in ogni consiglio presenteranno una mozione per chiederne l'abolizione. Ieri pomeriggio la stessa mozione è stata presentata dal vicepresidente del consiglio comunale a Palazzo Marino, Riccardo De Corato. «Si invita il sindaco e la giunta - si legge nelle conclusioni della mozione a firma di Massimo Girtanner e Chiara Telmon, consiglieri di zona 6 - a ridare dignità ai consigli di zona mettendo in atto quanto promesso all'indomani delle elezioni, dando fondi e deleghe, o si decida definitivamente la loro abolizione evitandone ogni inutile agonia».
La situazione stride ancora di più rispetto al passato per le grandiose premesse (arancioni) e promesse elettorali. Il programma di Giuliano Pisapia sindaco, un programma incardinato sulla partecipazione, proclamava a gran voce: «I prossimi cinque anni saranno quelli della democrazia partecipativa, un atto di fiducia nei confronti dei cittadini. La partecipazione deve essere uno strumento reale per decidere e governare, dal bilancio partecipato alle scelte di insediamento, di infrastrutture». Già il bilancio partecipato... Peccato che siano stati quasi azzerati gli straordinari per il personale dei parlamentini. Il risultato? Le commissioni iniziano alle 17 e terminano alle 20 perché il personale deve chiudere le sale. Impossibile per chiunque lavori parteciparvi. In alcuni casi i presidenti delle commissioni aprono e chiudono le sedi assumendosene la responsabilità. «Le passate amministrazioni, pur non avendone fatto una bandiera - commenta Girtanner - mai erano arrivate a falcidiare le finanze dei parlamentini come oggi».


«Mentre si avvia la trasformazione in città metropolitana si procede alla revisione dello Statuto del Comune, per estendere poteri e funzioni delle zone - si legge ancora nel programma - da ridisegnare e aumentare di numero: servizi alla persona, edilizia privata, pianificazione urbanistica attuativa, manutenzioni e opere pubbliche di rilievo zonale, vigilanza di quartiere, con la conseguente attribuzione di autonomia di bilancio». «Peccato che ad oggi - spiega Girtanner - le uniche deleghe date sono di mero indirizzo».

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