Per una scomunica che va, una che rimane. Il vescovo-esorcista Emmanuel Milingo si dice convinto di aver agito bene consacrando vescovi quattro sacerdoti sposati ed è venuto a dirlo sotto le finestre del Papa. Mercoledì sera, alle 20, nel centro «Russia ecumenica» diretto da don Sergio Mercanzin, a Borgo Pio, Milingo è riapparso al fianco della moglie Maria Sung per partecipare alla presentazione di un film-documentario a lui dedicato e intitolato Io, la Chiesa e il diavolo. Di fronte a un gruppetto di selezionati spettatori e a qualche telecamera, dopo la visione del ben realizzato documentario, l’ex arcivescovo di Lusaka, vestito di tutto punto con talare, fascia rossa, zucchetto e croce pettorale, ha risposto alle domande affermando di non essersi pentito del matrimonio con l’agopunturista coreana (dalla quale si era già separato una volta nell’estate 2001 dopo aver implorato in ginocchio davanti a Papa Wojtyla di essere perdonato e reintegrato) né della scelta scismatica di consacrare nuovi vescovi. «Io non cerco il Papa, il Papa non cerca me e comunque io ho ragione», ha detto.
Milingo ha ribadito la necessità di riaccogliere nella Chiesa i preti sposati e alla domanda precisa sul fatto se fosse cosciente delle conseguenze dell’atto che ha fatto scattare la scomunica, ha risposto: «Io non intendevo fare uno scisma, ma in coscienza – e la coscienza è superiore al Papa - ho accolto la richiesta di questi vescovi sposati che volevano essere consacrati secondo il rito cattolico. Non ero cosciente di fare un gesto di rottura, non sapevo di tutte queste complicazioni».
Ad essere sinceri, si fa un po’ di fatica a credere che un uomo di Chiesa con l’esperienza di Milingo non sapesse a che cosa andava incontro. Uno dei presenti ha chiesto a bruciapelo all’ex arcivescovo se lui, che ha combattuto il diavolo con gli esorcismi per tutta la vita non finisca per essere l’Anticristo: «Posso dire – ha dichiarato Milingo – che ci sono più anticristi nella Chiesa cattolica. Io comunque sto lavorando per far tornare la vera fede».
In un crescendo, l’ex arcivescovo africano ha detto di essere a capo di un movimento formato da migliaia di preti sposati: «Vedrete che non sono solo!». Ma è stato garbatamente contestato da uno dei sacerdoti sposati presenti, che da decenni ha lasciato l’abito con regolare dispensa papale e che ritiene sarebbe importante introdurre il celibato facoltativo per i preti cattolici: «Lei – ha detto rivolgendosi a Milingo – è il più grande nemico della causa del celibato facoltativo».
L’impressione è che Milingo, nonostante i proclami e l’abbraccio del gruppo del reverendo Moon, sia piuttosto isolato.
Il documentario prodotto dalla «Giadamaster», per la regia di Alessandro Benigni, ha musiche originali di David Scilia, e intende presentare l’attività dell’ex arcivescovo, comprese quelle caritative in Africa.
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