Milito e Lavezzi, coppia impossibile

Ehi, genoani, provate un po’ a immaginare: Diego Milito e Ezequiel Lavezzi, insieme, là davanti, di rossoblù vestiti, a far ammattire le difese avversarie. Completi, tecnici, complementari. Semplicemente fatti l’uno per l’altro: una coppia tutta albiceleste, assortita e formidabile, una coppia in grado di coniugare potenza e classe, fisico e imprevedibilità. Una coppia che al Genoa avrebbe potuto sfondare e invece s’è limitata a qualche sgambata d’allenamento, fomentando una marea di rimpianti. I rimpianti sono tutti per un Lavezzi appena ventenne, capello corto, viso sbarbato e qualche tatuaggio in meno, sbarcato nella Superba nel periodo forse più buio di sempre della storia del Grifone: la funesta estate del 2005. Come per i Pooh ne «La mia donna», solo i tempi erano sbagliati. «El Pocho» (il Piccoletto), santafesino di Villa Gobernador Gálvez, giunse in rossoblù accompagnato dalla classica fama che accomuna tutti i fantasisti argentini che col pallone ci sanno fare - quella assai scomoda di erede di Diego Armando Maradona - e da un curriculum ricco di gol e giocate spettacolari. A differenza del «Pibe de oro», però, l’impatto con la realtà italiana non si rivelò dei più rosei: società sul banco degli imputati, squadra in dissoluzione, nel fuggi-fuggi generale in cui si tramutò il ritiro tirolese di Neustift, il mini-delantero argentino venne accantonato in fretta e furia dal tecnico Guidolin - «Troppo acerbo e inadatto al calcio nostrano» disse - e fu ben presto rimpatriato, quasi nell’indifferenza generale dell’ambiente. Tra sentenze, ricorsi e un’incombente retrocessione in Serie C, si finì infatti per non accorgersi di avere per le mani un potenziale fuoriclasse, un talento cristallino che l’occhio vigile del presidente Preziosi sul mercato sudamericano aveva permesso di acquistare al costo di un milione di euro. Per una cifra di poco inferiore, Lavezzi se ne tornò al San Lorenzo, club dal quale, due estati fa, il Napoli lo riportò nel Belpaese. Domenica, quel «Pocho» già in rete all’andata, il Genoa del «Principe» Milito se lo ritroverà di fronte al «San Paolo» in una sfida tra deluse dai pareggi dell’ultimo turno. I partenopei proseguono il ritiro di Castelvolturno, dove Hamsik pare in recupero. Sul fronte rossoblù, partitella pomeridiana in famiglia a ranghi completi (anche Juric è tornato in gruppo).
Ieri, Gabriele Amato è stato intanto sottoposto all’intervento di riduzione delle fratture ai femori.

I parametri vitali del tifoso genoano investito domenica dal pullman della Fiorentina si sono stabilizzati anche se le sue condizioni restano gravi. Con questa operazione i medici auspicano la riduzione delle emorragie per poter nuovamente intervenire sul paziente.

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