Millar lo scalatore è diventato Philippa

La sua vita è sempre stata la salita, ma chi lo conosce bene assicura che è stata anche in salita. Schivo, taciturno, riservato oltre modo, quasi misterioso. Tanto è vero che Robert Millar, buono scalatore scozzese degli anni Ottanta, ad un certo punto è letteralmente scomparso. Basta con il ciclismo, basta con le solite facce, basta con la solita vita. Oggi non è più la solita persona. Certo, direte voi, con il tempo si cambia. Ma Robert Millar è proprio cambiato, da un po’ di tempo è Philippa York.
La notizia arriva dall’Inghilterra, a scriverlo è il Daily Mail, che ha scoperto la nuova identità dello scalatore scozzese. Robert Millar è stato il miglior ciclista britannico al Tour de France, l’unico a salire sul podio degli Champs Elysées nel 1984 (finì quarto, ma venne incoronato re degli scalatori con la mitica maglia a pois rossi), e a chiudere al secondo posto al Giro d’Italia del 1987. Nel ’92 venne squalificato per una percentuale troppo elevata di testosterone nel sangue, e qualcuno ipotizza che proprio il doping possa avergli causato gli scompensi ormonali che l’hanno portato a questa trasformazione. Oggi Robert Millar si fa chiamare Philippa York, vive in uno sperduto villaggio del Dorset, in Inghilterra, con la fidanzata e continua ad andare in bicicletta, ma non parla con nessuno della sua vita precedente. È stato il Daily Mail a scoprire la sua nuova identità, dopo che quattro anni fa Millar sparì misteriosamente dalla circolazione.
Talento scozzese, in quel magico e glorioso 1984 Millar venne nominato «personalità sportiva dell’anno» dalla Bbc grazie alle sue scalate al limite dell’impossibile («Le montagne sono l’unica possibilità che ho per far soffrire gli altri corridori, ma io devo soffrire così tanto per farli soffrire che la cosa non mi diverte affatto», disse una volta in un’intervista).


Oggi, ritiratosi in una privacy quasi blindata, gli abitanti del Dorset assicurano che è sereno: «Vive con un’amica e ama andare in bicicletta». Ma nel giorno in cui il grande ciclismo è sbarcato in Inghilterra, non c’era proprio bisogno di questa strana pubblicità.

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