Milano - Doppia minaccia alla vigilia delle elezioni regionali. Una lettera esplosiva inviata alla sede milanese della Lega Nord, in via Bellerio, è stata trovata in ufficio postale, dov'è esplosa ferendo un impiegato. Nello stesso giorno è stata trovata una busta, contenente un bossolo e delle minacce, indirizzata a villa San Martino, residenza del premier ad Arcore.
Minacce agli esponenti del Pdl Busta con
un proiettile e un messaggio intimidatorio indirizzati a Silvio Berlusconi. La busta è stata fermata
prima di arrivare a Villa San Martino ad Arcore, grazie al rilevatore di metalli del centro smistamento
posta di via Archimede a Linate. Secondo quanto si apprende dai carabinieri, il plico, di quelli
imbottiti, è stato scoperto ieri sera alle 20. All’interno c'era un bossolo calibro 762, e un foglio con un disegno realizzato con un tratto infantile di una quindicina di omini in
gruppo, ai margini del quale quattro con i nomi di Bonaiuti, La Russa, Cicchitto e Gasparri. Al centro
del gruppetto spiccava il disegno di un omino più grosso con scritto "B.S." accompagnato dalla
frase: "Farai la fine del topo". E con questa in due giorni, sono le tre le lettere intimidatorie: due per Berlusconi e una per la Lega Nord. La missiva recapitata ieri ad Arcore è stata spedita a Foggia, al centro nazionale analisi, per verificare eventuali tracce di antrace.
Lettera esplosiva alla Lega Secondo quanto si è appreso dagli investigatori milanesi, la busta esplosiva era indirizzata alla sede della Lega Nord, in via Bellerio. Per quanto si sa, però, non c'era una persona indicata come destinatario. Sul luogo dell'esplosione, le Poste di piazzale Lugano, nella zona nord della città, si sono subito recati gli artificieri, che hanno effettuato ulteriori verifiche ad altri pacchi e buste.
Rivendicazione anarchica La polizia ha confermato che la lettera di rivendicazione era firmata "Gruppo
anarchico Morales", sigla riferibile allo stesso gruppo protagonista dell’attentato esplosivo
all’Università Bocconi di Milano del dicembre scorso.
Nella missiva c’era un riferimento esplicito al ministro dell’Interno Roberto Maroni: "Nei Cie si
stupra, Maroni complice di questi fatti. Ci faremo sentire ancora".
Il riferimento è al centro di detenzione per immigrati irregolari di via Corelli a Milano, dove l’estate
scorsa una cittadina nigeriana denunciò di essere stata violentata da un ispettore di polizia. La
vicenda è ancora all’esame della procura. La donna era poi stata denunciata per calunnia.
In una nota il segretario provinciale della Lega Nord Marco Rondini, dopo il ritrovamento della
lettera esplosiva, ha dichiarato che chiederà "al ministro dell’interno un giro di vite sui centri sociali
e sulle organizzazioni che fanno dell’odio il loro principale strumento di lotta politica".
Appello di Fini ai partiti Il presidente della Camera, Gianfranco
Fini, esprime la "condanna più ferma contro gli episodi di violenza che si sono verificati oggi a
Milano". In una nota Fini parla di "azioni che puntano a creare un clima di odio e di intolleranza alla
vigilia di un importante appuntamento elettorale per il Paese".
Il presidente della Camera formula "l'auspicio affinché tutte le forze politiche respingano con forza e
intransigenza ogni tentativo volto a turbare la vita democratica e la dialettica politica".
Maroni: "Terrorismo politica da stroncare" "Sono veri e propri atti di
terrorismo politico che intendiamo stroncare senza alcuna esitazione per evitare il rischio di un ritorno
agli anni di piombo e garantire la tutela delle libere istituzioni democratiche". Così in una nota il
ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che a seguito dei "gravissimi episodi di intimidazione" avvenuti
in questi giorni ai danni di partiti ed esponenti politici, da ultimi quelli di questa notte a Milano, il
pacco bomba indirizzato alla Lega Nord e la lettera minatoria contro il presidente del Consiglio, ha
convocato per mercoledì 31 marzo alle 11 al Viminale una riunione straordinaria del comitato
nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Cicchitto: "Clima d'odio" "Come abbiamo già avuto modo di denunciare, subito dopo l’attentato contro Berlusconi a Milano, in
un dibattito parlamentare alla Camera, esiste nel nostro Paese un network dell’odio, che ha in Di
Pietro la sua punta di diamante e di cui si vedono oggi i nuovi effetti", lo ha detto il presidente dei
deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto.
Lite Gasparri-Di Pietro "Ricevo spesso minacce che non mi impressionano, come queste di oggi. In generale queste
minacce provengono da ambienti quali quelli dei sostenitori del noto frequentatore di criminali della
’Ndrangheta o della Bulgaria, Antonio Di Pietro. Un personaggio che vediamo ritratto costantemente
nel tempo in compagnia di delinquenti. Ma neanche questo fatto ci impressiona". ha affermato Maurizio Gasparri. È una mossa da "regime"
accusare l’opposizione di avere inviato le lettere minatorie al presidente del Consiglio. Antonio Di
Pietro lo dice in una intervista sul suo blog. "Accusare l’opposizione di essere il mandante dei pacchi
bomba è regime".
Di Pietro replica alle accuse del centrodestra: "Nella caserma dei Carabinieri qui vicina c’è un
pacco di denunce di minacce che ho ricevuto. Neanche lo dico che le ricevo, quelle minacce. Ma mai
mi permetterei di dire che le minacce me le manda Gasparri...
Non mi verrebbe mai in mente! Tutte le minacce sono da condannare politicamente, ma dire che io
ne sia il mandante non è solo una scorrettezza o un abuso di parole ma un’offesa all’intelligenza di chi
ascolta"
Calderoli: "Non ci fermeranno" "La Lega è una forza di popolo, una forza tranquilla e decisissima, e non sarà certo un
pacco esplosivo a turbare la nostra serenità o la nostra determinazione ad attuare il cambiamento
per via democratica", ha detto il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli,
commentando l’episodio di Milano. "Esprimiamo solidarietà e affetto all’impiegato delle Poste che è rimasto ferito nello scoppio -
ha aggiunto Calderoli - e nel contempo ricordiamo che il clima di odio aizzato da molti contro la Lega
porta a frutti avvelenati, così come ha portato a frutti avvelenati con l’attacco a Berlusconi". "Ma non sarà Giove tonante - ha concluso il ministro - a far tremare il popolo e tantomeno la Lega.
Nessuna provocazione, nessun attacco ci faranno recedere dalla nostra via, che è la via delle riforme
e del cambiamento democratico".
Casini: "Condanna unanime" "Le intimidazioni rivolte alla Lega nord e al presidente del Consiglio sono gravi. Esprimiamo tutta la
nostra solidarietà e vicinanza a Bossi e a Berlusconi, così come al dipendente degli uffici postali
ferito dall’esplosione della lettera.
Di fronte a simili minacce nei confronti di un movimento democraticamente legittimato a
rappresentare milioni di cittadini in Parlamento e del capo del Governo di tutti gli italiani la condanna
deve essere unanime, a maggior ragione alla vigilia di un appuntamento elettorale", ha commentato Pier Ferdinando Casini.
Sacconi: "Clima d'odio non è esaurito" "Oggi, purtroppo, a 25 anni dall’assassinio di Ezio Tarantelli, il clima di odio che favorisce l’atto
criminale non si è esaurito nel nostro Paese, come dimostrano le minacce e i pacchi bomba" di
queste ultime ore. Questo il commento del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio
Sacconi. "Bisogna ricordare sempre che nel clima di odio politico si inseriscono e si alimentano anche gli
atti criminosi", ha detto il ministro, ricordando l’assassinio dell’economista da parte delle Br avvenuto
nel 1985.
Zaia: "Il clima non generi" "Siamo solidali con il dipendente degli uffici postali rimasto ferito questa mattina, mentre svolgeva il
suo lavoro, dalla lettera esplosiva indirizzata alla Lega Nord". Ad esprimere la solidarietà è Luca
Zaia, il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Zaia lancia un appello "affinchè il clima
di questi giorni, già deteriorato, non degeneri ulteriormente.
Appare chiaro che si vuole colpire e intimidire un movimento politico che riesce a interpretare la
profonda esigenza di rinnovamento espressa dal popolo, in cui è profondamente radicato".
Digos: no collegamenti con il voto "Allo stato delle indagini non risulta che la busta esplosiva giunta stamani in un centro postale a Milano per mano della Federazione anarchica informale abbia qualche collegamento con le imminenti elezioni". Lo ha precisato la Digos della questura del capoluogo lombardo durante un incontro con la stampa.
"La busta si inquadra in una campagna degli anarchici contro i centri di identificazione ed espulsione - ha spiegato la polizia - e l'unico collegamento plausibile con l'appuntamento elettorale è la ricerca della grande visibilità che offrono questi giorni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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