Minacce al Papa, due denunce

C’è anche l’«altra» Genova che comincia ad attendere la visita di Papa Benedetto XVI nel capoluogo ligure. Quella Genova che le scritte per il Pontefice non le riserverà per la Messa di piazza della Vittoria del 18 maggio perché non sta più nella pelle, ma il cui tenore è sicuramente diverso da quello che vedremo il 18 maggio. Non «Viva il Papa», ma «Morte al Papa». Così campeggia sui muri dello Zapata di Sampierdarena: la firma è di Autonomia operaia ed in fondo la falce e il martello non mancano. Scritta accompagnata da altri slogano, «Trema celerino, trema poliziotto stanno tornando le P38» e «Ora e sempre resistenza».
Autori del gesto due giovani di 17 e 24 anni che sono stati fermati dai carabinieri a Sampierdarena: entrambi già noti alla forze dell’ordine per precedenti specifici per imbrattamento. I militari stanno ora svolgendo accertamenti per capire la rilevanza del gesto compiuto dai due.
Accertamenti da parte degli agenti della digos, invece, a Savona per un raduno a scopo culturale della comunità curda nell’ex ostello della Gioventù di via alla Strà. Inizialmente si era temuto che il «raduno» potesse essere messo in relazione con la visita del Papa alla città del 17 maggio ma la questura sembrerebbe smentire questa ipotesi.
Intanto, la visita all’ospedale genovese Galliera da parte dell’Arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, deve aver risvegliato le reminiscenze dialettali dell’ex Guida della Diocesi di Genova.

Ieri mattina il cardinale, parlando a Milano con i giornalisti (a margine di una manifestazione in favore del ruolo delle scuole cattoliche milanesi) riguardo la polemica a distanza con il sindaco Moratti sull’accoglienza ai rom, si è fatto scappare un «Emmu za detu» di chiara ispirazione genovese.

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