Minacciare la moglie con un proiettile non è reato

Minacciare la moglie con un proiettile non è reato

Lo aveva accusato di maltrattamenti e di minacce, e anche di averle mostrato un proiettile di pistola dicendole: «Questo o è per me o è per te», e ancora di averle puntato la pistola alla gola. Per questo un sessantenne genovese, residente ad Albaro, era finito a giudizio.
Ieri, il giudice per l’udienza preliminare Massimo Cusatti lo ha assolto da ogni accusa. L’uomo era stato accusato dalla moglie, di qualche anno più giovane, durante la fase della separazione. Secondo la donna, infatti, i motivi delle incomprensioni e della decisione di troncare la relazione stavano nel comportamento del marito, violento. Il pubblico ministero, Sabrina Monteverde, aveva anche chiesto, dopo l’episodio del proiettile, l’arresto dell’anziano: richiesta però respinta da un altro giudice.
Interrogato dal giudice per le inchieste preliminari, l’uomo aveva ammesso di averle mostrato il proiettile, ma aveva negato di averla minacciata con la pistola, circostanza, tra l’altro, mai confermata neppure dai testimoni delle liti. Per il magistrato, il fatto di aver mostrato il proiettile non costituisce un maltrattamento.


E, a proposito di minacce, nella notte tra giovedì e venerdì i carabinieri sono dovuti intervenire in un condominio di Genova per fermare una donna anziana con problemi psichiatrici che stava minacciando i vicini con un fucile.

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