Il «mini-Sforzesco» di Cusago cerca castellani volenterosi La proprietà (privata) vuole disfarsi del maniero visconteo del ’400 Il sindaco: «Tappeto rosso a chi vuole comprarlo e rimetterlo a posto»

Cusago verrà premiata, il prossimo martedì 17 febbraio, «per l’individuazione di esperienze positive in tema di riqualificazione e valorizzazione paesaggistica di nuclei e insediamenti storici e tradizionali». In particolare, verrà consegnato all’amministrazione l’attestato «sul progetto preliminare per la riqualificazione paesaggistica e la fruizione pubblica del territorio» che il Comune ha presentato per «Cusago Parco Sud». Ci troviamo, infatti, in una zona completamente dedita all’agricoltura, sostanzialmente verde e ai margini della metropoli: «Siamo in totale 3350 abitanti, tutti intenzionati a mantenere il territorio senza troppe costruzioni o industrie» dice il sindaco Luigi Cairati. In mezzo a queste belle notizie, c’è anche la «scoperta» di una meraviglia che nasconde una gloriosa storia antica e una recente passato purtroppo non altrettanto felice: si tratta del castello cittadino, costruito nel 1354 dal duca Bernabò Visconti pochi anni dopo la sua ascesa al potere, forse trasformando e ampliando una precedente fortificazione longobarda. Da una decina d’anni, il castello passa continuamente di mano, cambiando proprietario ma senza ricevere alcun intervento di restauro. Per essere più precisi, la storia negativa per queste mura comincia già dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando, dopo essere stato occupato dai tedeschi, venne adibito a condominio, con vani in affitto per le famiglie. Da qui comincia la vera decadenza, che si è dimostrata, almeno fino ad oggi, irreversibile. Gli antichi affreschi vennero ricoperti di vernice, e le ampie sale furono soppalcate. Intere zone furono poi indecorosamente ridotte a pollaio o deposito per attrezzi agricoli. Oggi la situazione non è molto migliorata: il grande portone è chiuso; le mura sono qua e là è puntellate da supporti in legno, che hanno impedito fino ad oggi il crollo di certe parti. «Ormai da troppo tempo è in queste condizioni», spiega Bruna Damiani, che con il marito Federico G. Martini ha creato il comitato “Salviamo il Castello di Cusago”, con all’attivo una raccolta di ben 3.000 firme a vantaggio di un restauro e un completo riutilizzo dell’immobile. «La proprietà ritiene la ristrutturazione e il mantenimento troppo onerosi, quindi ha messo il castello in vendita». E l’amministrazione civica, da parte sua, «stende un tappeto rosso a tutti quelli che vorrebbero acquistarlo e rimetterlo a posto, in modo da soddisfare le esigenze del paese e non solo - chiosa Cairati -. Così vicino a Milano, potrebbe essere oggetto di grande interesse e sede opportuna e ottimale di mostre, convegni, manifestazioni, soprattutto in vista dell’Expo». In queste condizioni, il valore dell’immobile dovrebbe aggirarsi attorno ai 4 milioni di euro, cui ne andrebbero aggiunti almeno altri 10 per le opere di restauro: «Noi di Cusago vorremmo che diventasse un luogo a disposizione dei cittadini, che insomma fosse regolarmente aperto al pubblico - dichiara il sindaco -. Il comune è infatti disposto a scaricare parte degli oneri che il privato dovrebbe riconoscere all’amministrazione. Insomma, il dialogo è aperto, perché vogliamo davvero arrivare a risolvere la questione nel migliore dei modi».
Lo scorso anno, prima dell’estate, era stato realizzato un progetto di fattibilità da un esperto del Politecnico di Milano, ma è rimasto lettera morta. Cairati, tuttavia, lascia trasparire uno spiraglio «rosa»: «Un possibile acquirente, per la verità, ci sarebbe - riferisce il sindaco sottovoce -, ma non voglio dire niente finché le cose non saranno certe. Sa com’è: vendere la pelle prima di aver catturato l’orso...

L’unica cosa certa è l’affezione di tutto del paese al completo a questo luogo, e il desiderio che venga finalmente aperto a tutti; che possa davvero e finalmente diventare un punto di ritrovo e di riferimento». Come, del resto, è sempre stato.

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