Roma

Minibus fermi nel deposito L’ira dei ciechi «appiedati»

L’Anpvi: «Abbiamo lunghe liste d’attesa per il trasporto gratis» E da Desideri (Dc) un’interrogazione urgente alla Regione Lazio

Marco Morello

In qualche modo bisogna venirne a capo. Il tempo, si dice, seda l’indignazione e consente analisi più serene dei fatti. Ma quando i fatti proprio non convincono, la lucidità finisce per inasprire la situazione e sollevare nuovi dubbi. Recenti sviluppi spingono a tornare sulla vicenda dei minibus per disabili acquistati circa tre anni fa dal Comune e lasciati in un capannone della rimessa di Grottarossa. Fabio Desideri, capogruppo della Democrazia Cristiana alla Regione Lazio, ha presentato un’interrogazione consiliare urgente, con l’obiettivo di attivare l’assessore ai Trasporti e il presidente Marrazzo. A via Prenestina, insomma, i telefoni squilleranno di nuovo, ma stavolta le risposte non saranno date davanti all’occhio benevolo di una telecamera, ma in un contesto ufficiale e, si spera, più efficace.
«Troppi – ha spiegato Desideri – sono gli interrogativi che scaturiscono dalla vicenda. Dipende dalla scarsa autonomia delle batterie? Auspichiamo di no, perché se così fosse, sarebbe grave. Ritengo infatti difficilmente credibile che le vetture siano state comprate senza prima effettuare un’analisi delle specifiche tecniche». Eppure, sollecitato dal Giornale, l’amministratore delegato di Trambus Filippo Allegra ha giustificato l’inutilizzo dei veicoli appellandosi proprio alla loro ridotta autonomia, che non supererebbe al momento le quattro ore.
A chiedere spiegazioni è anche Caterina Ferrazza, presidente provinciale dell’Associazione nazionale privi di vista. L’Anpvi riunisce un gruppo di volontari che forniscono ai non vedenti e agli invalidi civili servizi gratuiti di tutela, informazione e promozione dei loro diritti. Tra questi c’è anche il trasporto sui mezzi di Trambus. «La lista d’attesa è lunghissima - lamenta la Ferrazza - sono più di mille i disabili che hanno ottenuto dal V dipartimento l’autorizzazione all’utilizzo gratuito dei pulmini, ma non hanno ancora potuto effettuare nemmeno un viaggio». L’unica alternativa è il servizio a chiamata, che funziona come un taxi ed è però a pagamento: ogni corsa (solo andata) costa poco meno di 25 euro, una cifra che pesa moltissimo su chi deve vivere con una pensione d’invalidità. «Occorre organizzarsi - precisa la presidentessa - le vetture non mancano. La scusa delle batterie mi lascia perplessa, si potrebbero ideare dei percorsi divisi per zone. Il Comune continua a perdere un sacco di soldi, mentre le promesse che ci hanno fatto non sono state ancora mantenute».
Secondo gli ultimi dati forniti da Trambus, gli utenti che attualmente usufruiscono del servizio riservato ai disabili ammonterebbero a 482, di cui però all’incirca la metà con il servizio a chiamata. Le richieste soddisfatte nel 2005 sarebbero 82.500, con appena 81 vetture in circolazione. Da un semplice calcolo matematico si desume che i dieci minibus di Grottarossa farebbero davvero la differenza. Consentirebbero infatti circa 10.000 interventi aggiuntivi in un anno, un dato che si commenta da solo. A Caterina Ferrazza, intanto, rimane un dubbio. Vorrebbe sapere se la frase pronunciata dall’amministratore delegato, «quello che importa è comunque fare dei passi in avanti», era riferita o meno ai disabili appiedati.

Loro, almeno per colpa di Trambus, non si sono mai mossi di un centimetro.

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