Ministre contro la Tulliani, solo la Carfagna la difende

La solidarietà di partito batte la solidarietà femminile. Sul campo del settimanale Rcs «A», diretto da Maria Latella, la squadre delle donne di governo si schiera quasi al completo (manca il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla) a difesa dell’esecutivo e del Pdl, difendendo a catenaccio dagli attacchi finiani e partendo in contropiede su Elisabetta Tulliani.
Nell’intervista quadrupla realizzata da Arturo Celletti, le big del Popolo della libertà e del governo non le mandano a dire alla compagna di Gianfranco Fini. Se il presidente della Camera si era indignato per l’«infamia» di chi attaccava la sua dolce metà (magari solo chiedendo spiegazioni per case, schedine del Superenalotto e affini), le ministre non mostrano di condividere i sentimenti dell’ex leader di An. La più netta? Mariastella Gelmini: «Essere la compagna di un personaggio pubblico - attacca il ministro dell’Istruzione - significa trasformarsi in personaggio pubblico. E come tale deve rispondere dei suoi comportamenti». Parole nette da parte di chi sa «cosa vuol dire venire attaccata sul piano personale. Ci sono passata e ho accettato in silenzio le durezze».
Minimizza invece l’importanza di Madame Fini Stefania Prestigiacomo: «Un caso Tulliani non esiste - spiega la titolare dell’Ambiente -: questo è uno scontro politico in cui l’aspetto umano è semplicemente una componente».


Una timida apertura arriva invece da Mara Carfagna, un tempo vicina al fedelissimo finiano Italo Bocchino: «In alcuni momenti si è esagerato in questa polemica, si è superato il buongusto». Il ministro delle Pari opportunità però non è disposta a glissare: «Rimangono cose da chiarire, fatti da spiegare. E le risposte, sono sicura, non tarderanno ad arrivare».

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