Il ministro Alfano «Concorsi vietati al candidato che imbroglia»

Mai più concorso in magistratura per chi «imbroglia» all’esame e licenziamento per i commissari «compiacenti». È la linea dura scelta dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano, dopo le notizie su presunte irregolarità alle prove scritte al concorso per l’accesso in magistratura. «Quanto si è verificato a Milano - ha detto ieri il Guardasigilli - è gravissimo e inaccettabile e non si dovrà ripetere mai più. Per questo proporrò una legge che preveda che il candidato trovato a tentare di imbrogliare al concorso di magistratura non solo sarà espulso, ma non potrà mai più partecipare al concorso per magistrato». «Il candidato al concorso di magistratura - sottolinea il Guardasigilli - interrompe già in quel momento, nel momento cioè in cui tenta di imbrogliare, ogni rapporto fiduciario con lo Stato che dovrebbe assumerlo e quindi, né in quella circostanza né in futuro, questo rapporto potrà essere ripristinato». «Penseremo altresì - spiega Alfano - al licenziamento dei commissari d’esame che dovessero risultare compiacenti o collusi con il truccare il concorso, favorendo qualcuno».

Riguardo all’episodio di cui hanno riferito le cronache, il Guardasigilli ha fatto sapere di aver «chiesto e già ricevuto dal presidente della commissione di esame del concorso in magistratura una relazione dettagliata» che, ha assicurato, «sarà messa on line sul sito del ministero della Giustizia perché tutti possano sapere».

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