Sport

Il ministro De Castro tace ma l’ippica vuole garanzie

Ernesto Cazzaniga*

Finalmente il nuovo commissario, conte Guido Melzi d’Eril, si è insediato ufficialmente ed è senz’altro un passo importante che l’ippica ha compiuto. Ma non mi pare proprio che tutto vada per il verso giusto. Continua la campagna di disinformazione anche su quotidiani di livello nazionale e non solo sul sito dell’ormai irriducibile Maurizio Mattii. Irriducibile almeno, a quanto si sussurra in ambienti bene informati, sino a quando il «valoroso» difensore degli interessi generali non sarà catapultato ad un ben remunerato incarico, come per esempio quello di supervisore del sistema antidoping dell’Unire. Sicuramente una bella cosa a questo proposito, sarebbe potere udire la voce del ministro De Castro, il quale sdegnosamente tace e non dichiara. Il problema è questo: sino a che Mattii sbrodola cifre, il più delle volte a vanvera, forse non provoca alcun effetto, ma quando un quotidiano sportivo pubblica a tutto tondo che la probabile diminuzione del montepremi è di tale entità da fare rabbrividire, il ministro responsabile dovrebbe intervenire e dire in modo chiaro ed inequivocabile come stanno le cose. Un comportamento del genere, mi ricorda la favola della bella addormentata nel bosco che aspettava il bacio del principe per svegliarsi. Dal momento che al posto di un principe abbiamo un conte, speriamo sia sufficiente a svegliare il «bello addormentato» ed a spiegare ai poveri mortali del mondo dell’ippica come stanno veramente le cose. Chiarito quanto sopra, le cose non stanno per nulla andando bene. Abbiamo la nuova bega aperta dalla decisione della Commissione Europea che chiede chiarimenti al Governo italiano, francese e austriaco sui provvedimenti adottati dagli stessi, al fine di contenere lo scandalo, perché di uno scandalo si tratta, dei siti illegali che raccolgono gioco a favore di assuntori stranieri che operano in nazioni compiacenti e direi conniventi.
Il Governo italiano ha adottato una norma inserita in Finanziaria, quindi legge dello Stato, che autorizzava l’oscuramento dei siti pirata. In buona sostanza cosa era avvenuto: alcuni spregiudicati operatori stranieri con base in Paesi comunitari, hanno ottenuto dagli stessi Paesi dove operano una singolare autorizzazione, quella di raccogliere scommesse su eventi che si svolgono in Paesi comunitari, ma non sul loro territorio e questo è successo, per citare un caso, con Malta! Ciascun Paese colpito da questo sistema sostanzialmente... diciamo poco corretto ha preso delle contromisure, l’Italia ha adottato la norma di cui sopra. Ora la Commissione Europea, non è vero come dicono alcuni «volonterosi» informatori che ha aperto una procedura di infrazione, ha chiesto solamente chiarimenti ai vari Stati che in sostanza non vogliono farsi depredare gratuitamente. D’altra parte come è pensabile che uno Stato, attraverso il monopolio del gioco, che serve principalmente per garantire un controllo serio e pregnante su quello che succede in questi settori altamente delicati, per ovvii motivi possa provvedere in buona sostanza all’organizzazione di questi eventi che hanno un costo rilevante, anche per garantire la serietà dei risultati e tutto quanto serve per il loro funzionamento, possa graziosamente rinunciare in nome di un astratto diritto di esercizio di impresa, possa tollerare tutto ciò. Senza poi fariseicamente ignorare l’apporto irrinunciabile per le casse dello Stato. Mi risulterebbe però che il Governo non desideri affrontare la questione in maniera chiara e senza interventi da «furbetti del quartierino». Parrebbe che il Governo davanti alla richiesta di chiarimenti di Bruxelles, abbia adottato un provvedimento immediato che annulla la norma contestata, cioè l’oscuramento dei siti in questione, ed abbia immediatamente dopo riadottato la stessa norma, sic et simpliciter, facendo ovviamente cadere la contestazione su questa norma annullata.
Cosa che a mio avviso, porterà la burocrazia di Bruxelles forse ad essere un poco mal disposta verso il nostro atteggiamento, perché dovrà ripartire da zero e mettere in piedi una nuova istruttoria che avrà ovviamente i suoi tempi.

Francamente mi pare una soluzione non soluzione, però questo Governo ha la capacità di non stupire più nessuno. Ma in che mani siamo?
* ex presidente dell’Anact (Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore)

Commenti