Il ministro Fitto stoppa Loiero: la Calabria non pagherà le primarie al Pd

Ci aveva provato. Sì, il governatore di Calabria Agazio Loiero aveva provato a foraggiare con soldi pubblici le elezioni primarie - alias l’elezione dei suoi avversari alle prossime elezioni regionali, considerato che è il centrosinistra che di solito ricorre a questo sistema per la scelta dei suoi candidati - con una legge regionale ad hoc che stanziava sino a 600mila euro per i rimborsi. Ma gli è andata male. Il Consiglio dei ministri, infatti, ha impugnato ieri il testo che detta le «Norme per lo svolgimento di elezioni primarie per la selezione di candidati all’elezione di presidente della giunta Regionale». Il motivo? Viola l’autonomia dei partiti, garantita dall’articolo 49 della Costituzione, laddove esclude dai rimborsi chi non rispetta il responso delle urne e non candida i prescelti dalle pre-elezioni. Non solo. Presenta profili di incostituzionalità anche un’altra parte della norma, quella che disciplina le modalità di voto, perché non garantisce il diritto alla segretezza che al cittadino elettore va sempre garantito.
Un blitz mancato, dunque. E forse per troppo zelo di Loiero. Sì, perché in Toscana, dove è stata varata una norma analoga, non ci sono stati problemi di costituzionalità. Le norme specifiche invece inserite dalla Regione Calabria hanno imposto lo stop. Uno stop che pesa sui bilanci degli aspiranti concorrenti. Era stato proprio il Giornale, un mese fa, a denunciare il caso del finanziamento delle primarie del Pd da parte della Regione Calabria.


«La scelta di impugnare la legge della Regione Calabria sulle primarie – ha precisato il ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto – è determinata dal fatto che le violazioni riscontrate non garantiscono le libertà costituzionali poste a fondamento dei diritti politici dei cittadini, seppure nella fase delle elezioni primarie. D’altro canto, l’analoga normativa della Regione Toscana, non impugnata dal precedente governo, non conteneva le norme che oggi si ritengono illegittime».

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