Politica

«Il ministro ha lottizzato la lotta al cancro Ora si deve dimettere»

Storace: «Non credo che quella carica faccia per lei. Se non lascia, la Cdl si deve fare promotrice di una mozione di sfiducia»

da Roma

Senatore Storace, qual è il primo risvolto politico della sentenza del Consiglio di Stato sul caso Cognetti?
«Credo che sia stata fatta figura senza pari davanti alla comunità scientifica internazionale, davanti al Paese e ora di fronte alla magistratura».
Che cosa si farà adesso?
«Intanto dobbiamo cercare di capire. Ad agosto è stata decisa la rimozione di una personalità che era segretario dell’Alleanza italiana contro il cancro e promotore di un’analoga iniziativa insieme con la Francia. La sua sostituzione ha destato uno stupore enorme e trasversale. La comunità scientifica, a partire dal Nobel Levi Montalcini, ha messo per iscritto la propria protesta. Il ministro ha fatto una figuraccia incredibile. E così pure la Regione Lazio che si è costituita in giudizio contro Cognetti. Credo che debba rassegnare le dimissioni e se non lo fa, c’è sempre l’istituto della mozione di sfiducia».
Potrebbe avere successo una tale iniziativa?
«Quello che è grave è la protervia di Turco. Ha fatto una figuraccia sui dati curriculari perché tra Cognetti e Muti non c’è proporzione. L’altro giorno ha fatto approvare un regolamento interno che delega al ministro tutti i poteri di nomina. Adesso deve incassare la sentenza e spero che prenda atto che è stata gravemente censurata e rassegni le dimissioni».
Si potrà obiettare che si tratta di spoil system.
«Hanno tentato di lottizzare la lotta al cancro. C’è un giudice a Berlino, ovvero a Roma, che ha detto che la lotta al cancro non va lottizzata. E poi fanno sorridere le dichiarazioni di Turco secondo cui non si può commentare la vicenda perché non si conoscono le motivazioni della magistratura. È semplicemente finita una vicenda scandalosa».
Quindi si è trattato di un riconoscimento giudiziario del lavoro del professor Cognetti?
«Ci sono delle cose che bisogna ricordare. Quando ero ministro della Salute ho avuto occasione di collaborare con Cognetti. Grazie alle sue indicazioni e a quelle del professor Veronesi ho avuto la possibilità di stanziare nella Finanziaria 2006 ulteriori 100 milioni di euro per la lotta al cancro. Il presidente della Repubblica Ciampi mi scrisse una lettera per ringraziarmi di quello che avevamo fatto».
La nomina di Muti al posto di Cognetti è stata anche una questione di «quote rosa».
«Il ministro ha detto che aveva voluto nominare una donna però non ha spiegato perché dei quattro direttori di Dipartimento che ha trovato al ministero ha sostituito proprio una donna. Poi basta leggere quello che ha scritto Eugenio Scalfari su Repubblica che ha dato vita a due giorni di confronto durissimo. Infine, su Google ci sono 14.800 riscontri per Cognetti e 709 per Muti».
Dunque il ministro della Salute, secondo lei, non ha più titoli per restare al suo posto.
«Turco non conta nel governo quando si tratta di vendere i farmaci al supermercato. E lei aveva detto di essere contraria. Non conta sull’introduzione di nuovi ticket ai quali si era opposta in passato. Si è fatta scippare la delega sull’attuazione della riforma delle professioni sanitarie che coinvolge 500mila operatori. Quando vuole contare sbaglia. Non credo che fare il ministro sia il suo mestiere».
Prenderete qualche iniziativa?
«Spero che la prima iniziativa sia quella del ministro con le dimissioni, altrimenti credo che la Cdl si debba fare promotrice di una mozione di sfiducia. Se la Turco avesse avuto ragione, ora leggeremmo dichiarazioni astiose.

Il Consiglio di Stato ha detto che aveva torto».

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