Politica

Il ministro Turco vuol condizionare. L’aria

Nino Materi

C’è chi sogna di regolarci l’aria condizionata per decreto. Ora il piano è solo un venticello fatto di consigli non richiesti, ma presto il vortice della regolamentazione legislativa potrebbe avere la meglio. A scaraventarci nel turbine di una lotta che sembra rinverdire i fasti della guerra tra fumatori e non fumatori è il ministro della Salute, Livia Turco. Sua l’idea di varare un vademecum per mettere pace tra i fautori e i detrattori dell’air conditioning. La signora Turco ha così reso pubblico un concetto basilare, di cui finora non si era compresa la portata: «Sì all'aria condizionata ma senza farne un uso improprio». Come accade con il vino: un bicchiere fa bene, ma scolarsi la bottiglia non va bene. Insomma, l’impressione è che il ministro dica una cosa scontata, ma lo faccia con il tono di chi sta svelando una grande verità.
Tutto nasce da una lettera inviata al settimanale Salute di Repubblica dove la Turco è intervenuta, dettando una sorta di guida all'uso corretto dei condizionatori. Per il ministro, infatti, «l'aria condizionata è un importante presidio per vivere meglio quando fa caldo: ci fa stare più tranquilli, sudare di meno ed anche sul luogo di lavoro, migliora il benessere individuale e quindi anche la produttività. L'aria condizionata è di sicuro l'elemento più importante per prevenire le nefaste conseguenze delle ondate anomale di calore. Tuttavia...». Dopo quel «tuttavia» Livia Turco passa alla disamina del brivido nero dell’aria condizionata: «Il suo uso improprio sia a casa che sui luoghi di lavoro, può dare problemi alla salute ma anche all'economia energetica del Paese». Indispensabile quindi «porre in essere» alcuni comportamenti a cui nessuno finora aveva mai pensato. Qualche esempio? «Chiudere porte e finestre quando è in funzione il condizionatore»; «Proteggere gli ambienti dal sole con le tende riducendo l'irraggiamento diretto delle stanze»; «Chiudere l'aria condizionata quando usciamo di casa»; «Usare vestiti leggeri e ariosi, evitando maglie pesanti a protezione dal freddo dell'aria condizionata, ma che ci espongono a forte sudorazione quando cambiamo ambiente».
Le parole della Turco non sono aria fritta, piuttosto sono condizionate dai dati scientifici: «È stato documentato un aumento di sintomi respiratori come la rinite, ma anche di condizioni di disagio dell'individuo specialmente quando si è esposti a significative fluttuazioni della temperatura passando da ambienti a temperatura diversa».
Il ministro non manca di ricordarci l’importanza di una buona manutenzione: «Mentre un'aria condizionata riduce la quantità di funghi e allergeni dispersi nell'aria e quindi le conseguenti allergie, apparecchi con i filtri che non sono puliti regolarmente, aumentano la presenza di queste sostanze che possono arrecare disturbi».


Senza la lezione del ministro non ci saremmo mai arrivati.

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