Il ministro: «Vigili senza pistole? Si deciderà presto»

«Togliere le armi ai vigili? E’ un tema all’attenzione del Parlamento. Siamo stati invitati ad affrontarlo presto». L’eco dello sparo milanese ha centrato anche Roma, vista la dichiarazione di ieri del ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri.
E’ corretto o no che il buon, antico guardiano di quartiere porti una pistola? «Non è corretto, è giusto - commenta Luca Squeri, presidente della commissione nazionale Sicurezza e Legalità della Confcommercio -. Ora non dobbiamo farci fuorviare dal recente fatto. Lo sbaglio di un vigile non può mettere in discussione il ruolo della polizia municipale. Si chiama polizia, appunto, per cui ha implicito nel nome il ruolo di forza dell’ordine. L’arma deve averla».
Semmai è doveroso fare un distinguo tra possedere e usare una pistola. «Sono stato carabiniere e ho frequentato la scuola apposita per sparare. Noi sappiamo che la fondina è sempre lì, ogni giorno, ma siamo consapevoli che un colpo potrebbe anche non partire mai. Se ci vuole un addestramento psicologico più forte, che si proceda verso questa strada. Aumentare la consapevolezza dell’uso di un’arma è saggio, meno saggio è levarla a chi deve averla».
Idem per Raffaele Grassi, segretario generale del Satam (Sindacato artigiani e tassisti di Milano). «Se viaggiamo nell’utopia, sarebbe bello che le forze dell’ordine acquisissero autorevolezza senza la necessità di tenere un’arma. Ma la città è quello che è, la delinquenza esiste, quindi la disponibilità della pistola è d’obbligo». E’ vero, continua Grassi, che non siamo né a Los Angeles, né a Londra, ma se scoppia un gesto stranamente inconsulto da parte di un vigile, non bisogna d’altro canto scordare gli altri episodi che hanno sparso sangue di cittadini inermi. «Dopo la triste vicenda che vide coinvolti i tassisti alla fine del 2010, facemmo richiesta di rafforzare il servizio d’ordine all’amministrazione. Ci ascoltò».
Voce contraria per Simonpaolo Bongiardino, vicepresidente dell’Unione Confcommercio. «Vorrei rifarmi alla storia della nostra città - dice - dove il vigile di quartiere è sempre stato una persona cortese, gentile; autorevole nella sua fermezza, che per imporsi non ha bisogno di un colpo in canna». Individua una Milano posata, anche dal punto di vista della sicurezza degli esercizi commerciali. «La zona dove si è verificata l’ultima sparatoria è periferica. L’accaduto è riprovevole. Da parte mia non vedo la necessità di armare i vigili. Sarà il Comune a decidere».

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Il ministro Cancellieri ha invocato «equilibrio». Sottolineando: «Il compito che i vigili svolgono sul territorio è prezioso: bisogna rivedere mansioni e ruoli, tenendo presente che sono esseri umani. Occorre attenzione, perché dobbiamo molto a loro».

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