«Il mio sogno da bimbo? Fare il lavandaio»

Nome?
«Roberto».
Cognome?
«Formigoni».
Età anagrafica?
«64 anni».
Età che si sente?
«Molti meno».
Stato civile?
«Celibe».
Con chi festeggerà il compleanno?
«Molti amici, qualcuno dei quali come me compie gli anni il 30 marzo».
Un nome?
«Patricia Kieran».
Ha fatto il militare o è stato riformato?
«Militare, poi due mesi d’ospedale militare, poi mi hanno mandato a casa ma sono guarito».
Professione?
«Giornalista».
Quanto è alto?
«Un metro e 88».
Dove vorrebbe essere ora?
«A Milano».
Quanto pesava prima della dieta?
«105 chili».
Quanto pesa dopo la dieta?
«88 chili».
Ma il suo peso forma è...
«87».
Si descriva con tre aggettivi.
«Determinato, simpatico, diverso da come spesso mi fanno apparire in tv».
Il suo libro preferito?
«Quelli di don Giussani»
E quello che più ha detestato?
«In genere quelli di studio».
Il passo del Vangelo più letto?
«“Se mi seguirete avrete il centuplo quaggiù e la vita eterna”. È veramente la cosa più bella del mondo».
Cosa manca della Dc al giorno d’oggi?
«Molto, soprattutto direi la moderazione e l’equilibrio».
La sua band preferita?
«Ancora e sempre i Led Zeppelin».
Lo sport preferito?
«La corsa».
Alla Stramilano 2011, la Moratti non ha corso. Cosa le vorrebbe dire?
«L’anno venturo vieni anche tu».
Chi vince lo scudetto?
«Il Milan».
E il derby?
«Il Milan».
L’uomo gol?
«Pato».
A chi la Champions League?
«Al Barcellona».
E all’Inter?
«La Coppa Italia».
Se potesse tornare indietro?
«Non ho rimpianti».
Cosa voleva fare a 4 anni?
«Avrei fatto il pilota di Formula 1».
E a 8?
«Il lavandaio, perché così non era necessario studiare».
A 16 anni cosa sognava?
«Barbara, una ragazzina tedesca bionda con le trecce. E lei sognava me».
E a 32?
«Era il 1979, finivano gli anni di piombo. Mi auguravo che per il mio Paese si fosse conclusa definitivamente quella tragedia».
Ora di anni ne ha 64. Cosa sogna di fare oggi?
«Di poter continuare a lavorare per il bene d’Italia».
Il compleanno più divertente?
«A 50 anni, mi hanno fatto una festa straordinaria con filmati e musiche eccezionali».
Il suo giocattolo preferito?
«Pinocchio».
Il suo miglior amico?
«Chi mi vuole bene e mi fa ridere».
Ci parli del suo amico don Giussani.
«È lui ad avermi spalancato alla vita e alla bellezza della vita».
Un insegnamento di sua mamma Doralice.
«Guardare gli altri».
E di suo papà Emilio?
«L’impegno».
Berlusconi o Bossi?
«Berlusconi».
La Lega si è schierata contro i festeggiamenti per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia.
«Sbagliato non festeggiare, il federalismo è il completamento dell’unità d’Italia».
Fini o Casini?
«Casini».
Vendola o Di Pietro?
«Nessuno dei due».
Porterebbe l’orecchino?
«No».
Perché la sinistra è così debole?
«Perché non ha mai voluto riconoscere i suoi errori».
Cameron o Sarkozy?
«Cameron».
Classe 1947, a chi non avrebbe passato la versione?
«A Tremonti ma solo perché non ne avrebbe avuto bisogno».
La rete di Facebook le chiede di fare il premier.
«Ogni cosa a suo tempo».
Cosa porterebbe a Palazzo Chigi?
«Molte cose: la sussidiarietà e il buon governo innanzitutto».
Altro?
«Anche la sanità, ma questa è competenza delle Regioni, è più complicato».
Per cosa si darebbe un «10 e lode»?
«Per il mio tempo alla Stramilano di domenica scorsa: 50 minuti e 50 secondi su 10mila metri».
Però quelli del Comune dicono di averla battuta...
«Assolutamente no, siamo arrivati tutti, della squadra di Regione Lombardia, con lo stesso tempo».
Per cosa pensa di meritarsi la sufficienza?
«Per pochissime cose. La mia media era l’8: anche per le cose che sto facendo la mia media è 8».
Si dia un «4».
«Non ho mai preso un 4 in vita mia, un solo 5».
Una cosa che le ha fatto piacere.
«Quando gli avversari riconoscono, onestamente, le cose belle che stai facendo».
In che senso?
«Che Formigoni è un avversario politico però è corretto, equilibrato e tiene conto del parere di tutti».
Una cosa che l’ha fatta dispiacere.
«Gli insulti gratuiti, soprattutto all’inizio del mio fare politica. Non pensavo che ci fosse tanta cattiveria».
Gli auguri più belli ricevuti da presidente.
«“Presidente, vai avanti ad essere Roberto”».
Dopo la tragedia in Giappone, il nucleare è out?
«È giusta la moratoria di 12 mesi. Pensiamo, riflettiamo, non decidiamo sull’onda dell’emotività, siamo razionali».
Sarete pronti per l’Expo?
«Sì».
Venerdì primo aprile anche il suo «collega» Guido Podestà compie 64 anni.
«Guido, so che oggi verrai a trovarmi come fai sempre. È l’unico giorno dell’anno in cui puoi dire di essere più giovane di me».


Se fosse premier, cosa farebbe per la Libia?
«I profughi vanno accolti assieme a tutta l’Europa. È un gesto umanitario, dobbiamo farcene carico».
E se fosse Berlusconi, cosa farebbe il 6 aprile?
«Farei il Berlusconi: andrei, parlerei, convincerei e vincerei la partita».

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