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«Il mio è soltanto un arrivederci»

«Il mio è soltanto un arrivederci»

«Dopo otto anni era utile guardarsi in faccia per capire se c’erano i presupposti per proseguire il rapporto di lavoro. Avevo ricevuto offerte da Napoli e Palermo ma ho detto no. Se non fossi andato alla Juventus mi sarei preso un anno sabbatico». Beppe Marotta si toglie il vestito da direttore generale della Sampdoria e saluta Genova, gli addetti ai lavori e i tifosi blucerchiati con un pizzico di emozione ripercorrendo otto stagioni intense che hanno visto la società, prelevata dalla famiglia Garrone nel 2002 sull’orlo del fallimento, passare dalla salvezza dalla C fino ad un’altra «C» quella della Champions League: «Cominciai a lavorare alla Samp con un piede e mezzo nel baratro, fu un momento difficilissimo. Grazie all’impegno della famiglia Garrone abbiamo saputo creare qualcosa di straordinario» ammette Marotta che passando alla Juve fa capire di non avere intenzione di creare la Juvedoria: «Non porterò via nessun giocatore, non ci sarà nessuna azione di disturbo sul mercato», mentre svela i retroscena che hanno portato a «strappare» Del Neri alla Samp così come alcuni uomini dello staff dirigenziale che lo seguiranno nella esperienza di Torino: «La Juventus ha un presidente ed un consiglio di amministrazione ed è stata loro l’idea di puntare su Del Neri che attualmente è uno dei migliori tecnici d’Europa. Credo che quando un manager si sposta debba portarsi via il minimo indispensabile e mi sono limitato ad alcune persone del mio staff».
C’è chi ha pensato che l’addio di Marotta alla Sampdoria sia dovuto anche ad uno strappo con il presidente Riccardo Garrone conseguenza della mancata cessione di Cassano alla Fiorentina nel gennaio scorso, lui smentisce e chiarisce: «L’esclusione è stata solo ed unicamente di carattere tecnico e mi ha fatto piacere ascoltare l’ intervista in cui il giocatore ha detto che Del Neri aveva ragione.

Il nostro è un rapporto di cordialità dopo aver passato delle turbolenze, ma ci sta. In ogni buona famiglia succede di litigare».
Ora per Marotta inizia il futuro a tinte bianconere: «Con la Samp non è un addio, ma un arrivederci».

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