Cultura e Spettacoli

Mira Sorvino: «Ho sedotto Allen ma lui mi prese perché ero colta»

In Reservation road è una star che insegna musica ai bambini

da Roma

Finita la Festa, gabbata la star. Mira Sorvino, la bella figlia del veterano Paul, attore scorsesiano e «spalla» di lungo corso nel cinema Usa, presente anche in tivù (Law and Order), è rimasta un po’ defilata, all’Auditorium in via di smobilitazione. Arrivata da Los Angeles parecchie ore dopo la presentazione di Reservation Road, il drammatico film di Terry George, in cui lei ha un ruolo di secondo piano, Miss Big Brain, come la chiamano in America, non ha avuto l’attenzione che merita. Intanto, come allude il suo nomignolo (Signorina Gran Cervello), Mira non ha solo il fisico, ad assisterla. Le gambe lunghe servono («soprattutto a correre al Central Park, per mantenere la forma», dice), il visetto carino pure, a metà strada tra l’icona pop Mariah Carey e l’attrice snob Gwyneth Paltrow, ma una laurea in Lingue orientali ad Harvard, poi, e magna cum laude, tanto per gradire, dà lustro all’evanescente mestiere di stella. «Ho cominciato a sentire il richiamo del palco in prima elementare. E quando c’erano le recite scolastiche, mentre i papà e le mamme dei miei amichetti facevano le feste ai propri bambini, coprendoli di lodi, mio padre saliva su, tutto infuriato, sibilando: “Tesoro, eri un disastro!”», racconta ridendo la quarantenne interprete del New Jersey, che sarebbe rimasta, per sempre, all’ombra del padre vice-sceriffo di Lakewanna («prende sul serio quest’incarico: ha arrestato un paio di ladri, tirando fuori lo stellone»), se Woody Allen non l’avesse valorizzata ne La dea dell’amore, una decina d’anni fa. «Come ho fatto, per farmi notare da Allen? Mi presentai ai provini con un miniabito pazzesco, aderente, firmato e molto sexy, come richiedeva la parte: dovevo fare la prostituta. Ricordo che, nell’elegante albergo di Londra, dove erano convocati gli attori, si girarono tutti a guardarmi. Woody mi scritturò al volo: non mi servì il metodo Stanislavskij». Nel film, che la fece uscire dalla trafila dei lavoretti part time, Mira narra eventi tremendi con una vocetta stridula alla Topolino, perfetta per il ruolo. «In seguito, Woody mi spiegò che m’aveva dato la parte di squillo semianalfabeta, perché colpito dal mio curriculum di studiosa di lingue asiatiche», commenta, ancora divertita all’idea d’aver fatto bingo grazie al cervello. Ma che cosa pensa, Mira, della difficile parte di Ruth, moglie separata di Dwight, il protagonista, che in Reservation Road, investe in auto un bambino, uccidendolo? «Il mio è un personaggio di donna forte: sono una ex cantante jazz, che ama i bambini e insegna loro musica. Avendo due bambini piccoli, per me è stato facile immedesimarmi nello strazio di un genitore, che perde un figlio sull’asfalto. Ma non volevamo girare un film-vendetta, perché nel mondo flagellato dalle guerre c’è già tanto odio.

E ne ho trovato poco, per fortuna, nelle associazioni Usa dei genitori di vittime della strada».

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