Miracolo di Bergen

La città olandese di Bergen op Zoom sorge alla foce della Schelda e il suo nome starebbe a significare proprio «borgata sull’orlo» o qualcosa del genere. Il miracolo eucaristico di cui facciamo menzione oggi ebbe inizio da un episodio accaduto la domenica precedente la festa di Pentecoste del 1421. Nella chiesa cittadina dedicata ai santi Pietro e Paolo il sacerdote si era messo in testa che la Presenza Reale di Cristo nell’ostia consacrata fosse un puro simbolo ma niente di concreto. Così, dopo aver celebrato la messa, raccolse le ostie consacrate rimaste e se ne sbarazzò gettandole in uno dei tanti canali che solcavano la città. Passò un intero anno e un giorno alcuni pescatori videro delle ostie intrise di sangue coagulato galleggiare sull’acqua di quel canale. La notizia si sparse in un baleno e fu aperta un’inchiesta. Venne appurato che le ostie, prodigiosamente intatte, erano quelle di cui il prete dei SS. Pietro e Paolo si era liberato l’anno prima. I pellegrini affluirono da ogni dove e il vescovo, visti gli atti della commissione canonica, autorizzò il culto. La devozione al miracolo eucaristico di Bergen venne proibita con la rivoluzione protestante, ma i cattolici olandesi continuarono la loro venerazione in sordina.

Scrive Sergio Meloni nel suo I miracoli eucaristici e la radici cristiane dell'Europa (Edizioni Studio Domenicano) che solo nel XX secolo il culto delle ostie miracolose di Bergen venne apertamente ripristinato. Ora vorrei segnalare un libro scritto da Rosanna Brichetti Messori e prefato dal marito Vittorio, Credere per vivere (Sugarco).

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