Il miracolo del vecchio Tanjevic tra i baby di Usa e Serbia

Kevin Durant, 22 anni, stella di Oklaoma, portento del basket Nba, danza sul Bosforo, strega con 33 punti la Russia che per un tempo (25-25 dopo un +5) esplora le amnesie difensive degli americani con il coraggio del ventunenne Khvostov, ma poi deve lasciare la presa e la semifinale perdendo con un onorevole 89-79 che dice molto su pregi e difetti dei grandi favoriti.
Il mondiale di basket che ha lanciato tanti giovani di straordinario talento, un torneo di buon livello anche se disertato da tutti i campioni olimpici degli Stati Uniti, anche se privo di qualche figura di primo piano come il Pau Gasol, mancato certo alla Spagna campione mondiale in carica, eliminata nei quarti dalla Serbia del maestro Dusan Ivkovic, non perde dunque la crema americana, questi giovani talenti Nba che per ora non incantano, hanno battuto di 2 il Brasile poi eliminato dall'Argentina del fenomeno Scola, ma che restano i favoriti per il titolo a cui non arrivano da troppo tempo (Toronto '94).
Mondiale da godere soprattutto domani nelle semifinali dove vedremo la nuova energia della Lituania che ha eliminato un’Argentina sfinita (104-85, ma già 50-30 dopo 20’), e la storia di Boscia Tanjevic, l'uomo che il chirurgo voleva esonerare dopo averlo operato per un cancro al colon, guida della Turchia con la passione che lo ha sempre fatto amare ovunque abbia allenato, in Italia ha inventato la grande Caserta, ci ha dato l'oro europeo nel 1999, meriterebbe di essere raccontata. Dovrà battersi contro la Serbia, il suo passato, la sua storia alla fonte della più importante scuola europea. Sarà un giorno speciale per il basket turco che 4 anni fa affidò gli il progetto: volevano l'impresa e se andrà bene domani avremo una finalista impensata anche se come paese organizzatore, anni fa, ci stupì nell'europeo dove i boiardi della federazione italiana licenziarono proprio il Boscia che ora deve stare in chemio e stare spesso seduto in panchina, ma che potrebbe anche sfidare gli Stati Uniti nella finale di domenica.
Non è vero che è stato un mondiale povero. Lo dicono quelli che stanno fuori, chi si giustifica per aver trascurato l'avvenimento.

Partite come quella vinta dall'Argentina sul Brasile e dalla Serbia sulla Spagna resteranno nella nastroteca ed è un peccato che non le abbiano viste tutti, così come è un peccato non aver seguito questi ragazzi di nuova generazione della Croazia, della Slovenia, della Serbia, della stessa Spagna molto deludente, della Russia, della Turchia che può avere in campo anche 5 giocatori sopra i due metri. Lo immaginavate?

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