Torino - "Ci siamo fatti sentire, i fischi non sono mancati, ma abbiamo anche voluto ascoltare per capire le ragioni di certe scelte". Così i lavoratori all’uscita della porta 2 di Mirafiori, a fine turno, commentano l’assemblea con il leader della Uil Luigi Angeletti. Pochi, per la verità, quelli che accettano di parlare, i più alla vista di taccuini e telecamere affrettano il passo. "Gli abbiamo detto che l’accordo non va bene. - dice un lavoratore - I fischi? Le contestazioni? Non sono mancate ma sono state civili, certo non abbiamo tirato le uova". Intanto il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, fa sapere: "Nessun margine per le modifiche al protocollo sul welfare".
Con Berlusconi saremmo scesi in piazza Se al governo ci fosse stato Silvio Berlusconi la mobilitazione contro il protocollo sul welfare sarebbe stata un’altra cosa, i lavoratori sarebbero scesi in piazza e si sarebbero fatti sentire. È questa la convinzione diffusa tra gli operai della Fiat che, al termine del turno all’uscita degli stabilimenti di Mirafiori, hanno voluto parlare coi giornalisti dell’assemblea tenutasi questa mattina in vista del referendum sull’accordo. "I lavoratori sanno benissimo che se ci fosse stato un altro governo sarebbero già scesi in piazza", ha affermato Ugo, da dieci anni alla linea di montaggio. "Invece non c’è stata nessuna mobilitazione, i sindacati non hanno fatto il loro dovere, per l’articolo 18 siamo andati in tre milioni a Roma, bisognava fare altrettanto".
"I lavoratori non sono contenti" "Non si può dire - commenta Edi Lazzi della Quinta Lega Fiom - che i lavoratori abbiano dimostrato contentezza ed hanno confermato la loro delusione ed arrabbiatura per non essere stati maggiormente coinvolti prima della firma del protocollo". "I lavoratori - dice Ugo B., da 10 anni alle Carrozzerie - sanno benissimo che se ci fosse stato un altro governo ci sarebbe anche stato un altro tipo di mobilitazione sindacale". "Io mi auguro che vinca il no - dice un’altra lavoratrice - ma non contro il governo, ma perché il sindacato riprenda a fare sindacato".
Dini: "Protocollo immodificabile" "Il presidente del Consiglio ha dichiarato che è immodificabile. Ci atteniamo a quando dichiarato dal presidente del Consiglio e lo appoggiamo". Così Lamberto Dini, alla conferenza stampa per la presentazione del simbolo del movimento dei Liberaldemocratici, parla del protocollo sul welfare e replica alle richieste di cambiamenti della sinistra.
Angeletti contro Epifani "Guglielmo Epifani sbaglia quando afferma che se nelle fabbriche prevarrà il no al referendum consultivo sul protocollo Welfare il governo cadrà". Lo ha affermato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, a margine dell’assemblea dei lavoratori della Fiat di Mirafiori. "È un’opinione di Epifani, non mi interessa - ha dichiarato Angeletti - ma più si politicizza più è facile che i no aumentino, ecco perché Epifani fa un errore. Il governo ha un problema di coesione interna, - prosegue Angeletti - sì e no cambia poco".
Cremaschi: "Epifani e sindacato hanno perso la bussola" Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom: "Epifani ci dà ragione. Da tempo diciamo che questo accordo è un disastro, perché peggiora le condizioni di tanta gente. Non ci sarebbe nessuna ragione di firmarlo, se non quella di sostenere il Governo. Purtroppo Epifani dice la verità. Non che il voto dei lavoratori faccia cadere il Governo, una sciocchezza.
Ma nel senso che questo accordo è stato fatto avendo in mente solo gli equilibri politici e non gli interessi reali del paese". Secondo il sindacalista si apre "un problema evidente nel sindacato, che non ha il compito di far cadere i governi. Ma nemmeno quello di sostenerli".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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