Angelo Palombo è a un passo dalladdio alla Sampdoria. Il capitano blucerchiato è vicinissimo al ritorno alla Fiorentina, società da cui la Samp lo prelevò quando era ragazzino. Manca ancora la firma sul contratto quindi tutto può ancora essere messo in discussione ma, dopo tante voci e trattative, la telenovela sembra davvero destinata a chiudersi. Palombo ha rifiutato il trasferimento al Palermo: «Avevamo già laccordo con la Samp ma il giocatore non era motivato e abbiamo lasciato perdere», ha confermato Zamparini, ma questa volta, potrebbe non dire no alla viola che lo aveva corteggiato a lungo già in estate. Non tanto per una sua volontà di lasciare la Sampdoria, anzi. Palombo ha detto e ribadito fino allo sfinimento che lui da Genova non si vuole muovere ma lostracismo della società che a chiare lettere ha fatto capire di volersi liberare di Palombo (e del suo ingaggio) intavolando trattative per cederlo a mezza serie A, ha sfibrato anche la tempra del capitano. Sensibile prima e Garrone poi hanno confermato che guadagna troppo, che merita la serie A e che nessuno è incedibile. Come dire «Prego, quella è la porta». Ieri Edoardo Garrone, in occasione dei sorteggi per il torneo Ravano ha glissato con un «non voglio parlarne», ma da Firenze arriva la conferma dellofferta che prevederebbe larrivo in blucerchiato del centrocampista Munari più un conguaglio in denaro, tra i 3 e i 4 milioni di euro.
Per la gara di oggi contro il Padova, Palombo è stato regolarmente convocato ma è molto probabile che sieda in panchina per un tristissimo addio alla Sampdoria. Lunica possibilità di tornare indietro è un ribaltone simile a quello che accadde quanto Riccardo Garrone bloccò la cessione di Cassano, proprio alla Fiorentina, nel gennaio di 2 anni fa. Difficile però pensare a prese di posizione di questo tipo e altrettanto difficile ipotizzare che Palombo si metta nuovamente di traverso. Con questa cessione la società si prende una bella responsabilità.
La Sampdoria di Cassano, Pazzini e Palombo non cè più. Smantellata pezzo dopo pezzo in onore del bilancio e di scelte che, ad oggi, si sono rivelate sportivamente fallimentari. La società ha deciso di agire così? Bene, dopo aver toccato con mano il fallimento, ora, deve porre rimedio. Innanzitutto sostituendo degnamente Palombo con un regista di livello, che per caratteristiche tecniche non può essere Munari (per non ripetere il tragico equivoco che ha portato a pensare di sostituire Pazzini con Biabiany), poi attivandosi oltremisura per riportare immediatamente la Samp in serie A. Perché privarsi di Palombo, che non è solo capitano ma anche simbolo, bandiera e idolo dei tifosi, significa sì voltare pagina, ma anche contrarre un obbligo morale verso la tifoseria. Perché se prima di questa operazione servivano fatti e non parole, adesso, se possibile, anche di più.
Intanto oggi pomeriggio cè limpegno di campionato contro il Padova. Una gara chiave per restare aggrappati al sogno play off e continuare a nutrire ambizioni di risalita. Ma anche per iniziare a immaginare una Sampdoria senza Angelo Palombo.
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