È stata una scoperta: è stato rinvenuto il diario di padre Generoso, a sessant'anni dalla sua morte. Era cappellano degli alpini, di un famoso reparto di penne nere: il battaglione «Gemona», 8° Reggimento Alpini, divisione Julia. Erano alpini friulani, ma il cappellano, il francescano Padre Generoso, al secolo Attilio Ghiglione, era genovese di Pontedecimo. Il diario è stato pubblicato a cura di un ufficiale alpino pure genovese, più giovane di una generazione: Giancarlo Militello, che ha trovato anche il nastro con l'incisione di un discorso pronunciato da Padre Generoso un anno prima di lasciare questa terra. In occasione della presentazione del volume, nella sala del circolo unificato dell'esercito di via San Vincenzo affollata di alpini veterani e giovani, si è udita la voce del cappellano scomparso e ciò ha suscitato viva emozione. Erano presenti i congiunti di Padre Generoso e del sottotenente Aristide Nassano, caduto a 26 anni sulle tragiche pendici del monte Golico, nel corso della campagna greco-albanese, proprio settant'anni or sono, marzo 1941. Sentendosi morire, aveva invocato la presenza del cappellano: «Padre Generoso, stammi vicino
muoio». È la frase che Militello ha posto come titolo al diario pubblicato. Si è costituito un Comitato Padre Generoso, anche con lo scopo di diffondere il libro, i cui proventi di vendita verranno devoluti a beneficio delle opere missionarie dei Cappuccini della Provincia di Genova nella Repubblica Centroafricana.
Nell'epopea degli Alpini nella Seconda guerra mondiale, e della Divisione Julia, che ha partecipato alle campagne sul Fronte Grecoalbanese prima e Russia poi, il battaglione Gemona, ricostituito quattro volte, ha avuto una storia di sacrificio tutta sua. Rimpatriava dalla Grecia a bordo del piroscafo «Galilea», affondato da un sommergibile britannico, e solo poco più di un centinaio di alpini ha potuto salvarsi. Ricostituito, è partito per la campagna di Russia, altra vicenda di forza, di coraggio, di abnegazione, di sofferenza, nel duro combattimento e nella tragica ritirata.
Nel diario di Padre Generoso gli eventi sono riferiti con una prosa scarna, sintetica, cronistica, tutta fatti e notizie senza una considerazione, un commento, un giudizio. A prima vista potrebbe apparire fredda, poi, nel leggere ci si rende conto che cela un'emozione profonda e sofferente, che non viene deliberatamente espressa perché, come lui stesso dice: «le parole non bastano». Non valgono, infatti, a comunicare il dramma che si vive giorno per giorno, ora per ora. La guerra del cappellano è il risvolto più doloroso dei fatti bellici, è l'assistenza ai morenti, ed anche, come ha detto proprio il comandante del Gemona: il soccorso alle «salme dei vivi», espressione che esprime l'essenza della tragedia del combattimento. Dopo la fine della campagna di Grecia, la Julia è rimasta quattro mesi nella regione e Padre Generoso ha lavorato febbrilmente al recupero delle salme disperse a centinaia sulle montagne. Con uno scrupolo di cui ci si rende conto dalla precisione dei disegni che ha lasciato: nitidi, precisi, circostanziati.
In occasione del 150° anniversario dell'unità d'Italia, il diario di Padre Generoso da Pontedecimo è un testo esemplare da proporre all'attenzione dei giovani e non soltanto a loro.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.