Piero Evangelisti
da Roma
Il segmento B (medio-piccole) è il campo di battaglia di tutti. Fascia di mercato in crescita a causa della contrazione delle vendite complessive nei segmenti superiori, è comunque unarena dove si deve combattere a colpi di novità. La sfida di Mitsubishi, casa giapponese sempre più autonoma dopo il progressivo distacco dallorbita DaimlerChrysler, è cominciata lo scorso anno con la Colt a 5 porte, ed è stata rinnovata in primavera con larrivo delle versioni a tre porte CZ3 e CZT, prodotte, come la prima, nello stabilimento NedCar di Born, in Olanda. Costruite in Europa, le nuove Colt sono state progettate per gli automobilisti del Vecchio continente, sia nelle forme sia nei motori. Hanno cercato vie nuove i designer, senza rincorrere la diffusa tendenza a realizzare delle piccole monovolume, ma sviluppando i canoni della classica due volumi che, nelle nuove versioni a tre porte, si avvicinano molto a quelli di una coupé.
Il risultato, stilisticamente piacevole, è eccellente dal punto di vista aerodinamico, con un Cx di 0,32, valore che non deve far pensare a una ridotta abitabilità come spesso accade. Lo spazio a bordo è abbondante, e labitacolo è stato disegnato e rifinito nel più puro stile europeo, sia nei colori sia nei materiali utilizzati. Quattro i livelli di allestimento: CZ3, Inform, Invite, Instyle più il Turbo, riservato alla CZT. Il tradizionale dinamismo Mitsubishi lo troviamo nella scelta dei propulsori, cinque, tutti Euro 4 e tutti di forte temperamento. Quattro sono a benzina (prodotti in Germania, a Kolleda, in joint venture con DaimlerChrysler) con potenze che vanno dai 75 cv del 3 cilindri 1.1, ai 150 cv del Turbo 1.5, che, in versione aspirata, sviluppa una potenza di 109 cv; sta nel mezzo il milletre da 95 cv, lunico a cui può essere abbinato il cambio robotizzato Allshift a 6 rapporti.
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