La rivoluzione dei sistemi informativi aziendali all'insegna del mobile computing è già iniziata. Basta guardarsi in giro per vedere quanto, sempre più spesso, i dipendenti delle imprese accedono ad applicazioni e dati della propria azienda anche in mobilità o da casa propria, non solo con pc e notebook, ma anche con smartphone e tablet.
Aumenta di pari passo anche l'uso di dispositivi personali - ossia il fenomeno chiamato Byod (Bring-your-on-device) - acquistati dall'utente seguendo i propri gusti in termini di piattaforma, che il possessore ritiene possano essere utilizzati alternativamente anche per svolgere in maniera più produttiva attività lavorative.
Questa strada, che vede le imprese trovarsi in punti diversi e attrezzate in maniera differente, è segnata. «Nessuna azienda - sostiene Paolo Degl'Innocenti, vice president del Software Group di Ibm Italia - può ormai permettersi di non affrontare il tema mobile. Ci sono realtà che hanno già da tempo iniziato a integrare le tecnologie «mobile» nei propri sistemi It e altre che si trovano in una rincorsa di un'evoluzione che pone problematiche non banali, come quella della sicurezza. Quello che si riscontra spesso è che il mobile è entrato nelle organizzazioni senza una strategia che prevede regole e piani di sviluppo coerenti. In alcuni casi ci si limita ad assecondare i desideri degli utenti, in altri si sviluppano progetti mobile a macchia di leopardo. È prevedibile che, a breve, le aziende si ritrovino a rimettere ordine in situazioni sviluppatesi in modo disorganico e antieconomico».
Una strategia «mobile» di largo respiro, spiega Degl'Innocenti, deve prendere in considerazione tre aspetti, tra loro intrecciati: quello del lavoratore mobile, quello del «Bring-your-on-device» e quello dell'interazione con il mondo esterno, che fa sempre di più leva sui nuovi device e sui social network. «Le aziende non possono non affrontare la mobility in modo strategico - taglia corto Degl'Innocenti - con la definizione di obiettivi verso gli utenti interni ed esterni, e delle roadmap verso il futuro». Una visione, quella del manager Ibm, coerente con quella della sua azienda, che nei giorni scorsi ha distillato il frutto dell'esperienza di quasi un migliaio di clienti, di dieci acquisizioni degli ultimi quattro anni, un team di migliaia di esperti di mobile e 270 brevetti, in una strategia e portfolio di prodotti e servizi che combina big data, cloud computing, social business e sicurezza: «Ibm Mobile First».
Il portafoglio Ibm di soluzioni per il mobile fornisce gli elementi chiave di una piattaforma per applicazioni e dati, integrata con la gestione, la sicurezza e la business analytics che sono oggi fondamentali per le imprese. Oltre a soddisfare i requisiti specifici per il mobile, questo portafoglio consente una rapida integrazione tra social media e servizi cloud, oltre a fornire tecnologie di back-end che proteggono e gestiscono i processi di business strategici.
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