La Via del Mobile si allunga in Cina

La Via del Mobile si allunga in Cina

di Antonio Risolo

Là dove i nuovi ricchi spuntano come funghi. Là dove la Cina «rossa» ha rinnegato Das Kapital, l'opera maggiore di Karl Marx, per fare esplodere (nel bene e nel male) la latente vocazione al capitalismo della supercorazzata economica senza eguali al mondo. Là dove - secondo l'ipotesi formulata da Giovanni De Ponti, ad di FederlegnoArredo - nei prossimi cinque anni ci saranno 200 milioni di nuovi ricchi. Numeri impressionanti, sovrastimati o no. Il business c'è. E si annusa. Perché è ampiamente dimostrato - quanto i nuovi ricchi amino il lusso estremo e spendano meglio, e molto di più, di chi ricco ci nasce.
Può una «fregata» italiana prendere la scia della supercorazzata cinese e sfruttarne tutto il potenziale? Sì, è possibile.
La grande sfida parte da FederlegnoArredo che sceglie un partner di alto profilo per realizzare l'impresa. La federazione guidata da Roberto Snaidero, infatti, stringe un patto con Bologna Fiere per «arredare» la Grande Muraglia con l'ingresso della filiera italiana del legno-arredo sul mercato cinese: una sorta di Via del Mobile che nulla avrebbe da invidiare, per prestigio, alla mitica Via della Seta.
La partnership è stata presentata nel corso di una conferenza stampa, alla presenza del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi. La collaborazione FederlegnoArredo-Bologna Fiere si svilupperà attraverso la costituzione di una newco che avrà sede a Shanghai per realizzare le attività pianificate per quel mercato e, soprattutto, il lancio della Fiera del Mobile Italiano a Shanghai, in calendario nel 2016.
«Con questo accordo - ha detto Roberto Snaidero - vogliamo accelerare l'ingresso sul mercato cinese e offrire nuove opportunità di affari per le aziende del sistema». Gli ha fatto eco Duccio Campagnoli, presidente di Bologna Fiere: «Noi mettiamo a disposizione le nostre esperienze e conoscenze in Cina e in Asia. Con FederlegnoArredo abbiamo lavorato per mesi alla definizione di questo progetto, un enorme lavoro di politica industriale a esclusivo servizio delle imprese».
BolognaFiere opera da anni in Cina e in Asia con la propria società «BfChina» e organizza ogni anno a Hong Kong, in joint venture con la multinazionale inglese della fieristica Ubm, Cosmoprof Asia, manifestazione per la cosmesi dedicata all'area asiatica, con un fatturato che negli ultimi cinque anni ha raddoppiato l'attività superando i 18 milioni, con 2.150 espositori e oltre 60 mila visitatori.
Secondo i dati del Centro Studi Cosmit-FederlegnoArredo, nel 2013 l'arredamento made in Italy ha esportato verso la Cina prodotti per 210 milioni di euro, in crescita del 22,7% rispetto all'anno precedente.
«E nei primi due mesi di quest'anno abbiamo già registrato una crescita del 35% - ha aggiunto Snaidero - Negli ultimi anni le condizioni di mercato hanno subito una rapidissima evoluzione. La Cina supererà il Prodotto interno lordo degli Stati Uniti. Ecco spiegato l'accordo con Bologna Fiere che può vantare una presenza decennale a Shanghai. Cominceremo a lavorare immediatamente» .
«Già dai prossimi mesi - ha assicurato Giovanni De Ponti - partiranno gli incontri B2B con selezionati operatori cinesi, che saranno ripetuti nel corso degli anni e favoriremo il loro ingresso in Italia per i nostri eventi fieristici. Punteremo a sviluppare progetti contract per le nostre imprese e lavoreremo per creare contatti qualificati della distribuzione cinese per incrementare l'esportazione di arredamento italiano in Cina».
In ogni caso si tratta di un mercato difficile. Secondo Giovanni Anzani, presidente di Assarredo e vice presidente vicario di FederlegnoArredo, «è importante una comunicazione mirata e convincente. Indubbiamente la Cina è un Paese difficile, non si può andare da soli, allo sbaraglio. Sarebbe l'errore più grave. Quindi ritengo fondamentale l'accordo di oggi con Bologna Fiere. La federazione, ma non è una novità di oggi, è vicina alle aziende associate e le aiuta a trovare nuove opportunità di business all'estero accompagnandole e supportandole con iniziative concrete. FederlegnoArredo, com'è noto, ha sposato in pieno la filosofia dell'internazionalizzazione, un percorso non sempre facile ma che sta dando eccellenti risultati. Quello che presentiamo oggi è un progetto molto importante in cui le aziende credono fortemente. E non è un caso che il settore si stia avvicinando ai livelli pre-crisi».
Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, ha benedetto l'accordo come «significativo ed emblematico del fatto che in Italia se si vuole si può fare sistema. È un dovere di tutti valorizzarlo. Un incontro significativo, non per un singolo segmento, ma per tutto il sistema Italia. E per rilanciare il sistema Italia c'è innanzitutto la necessità di ridare fiducia al Paese. Tuttavia, fare sistema è una leva competitiva verso i mercati mondiali, abbiamo tante eccellenze in Italia. Non è pensabile che queste eccellenze si facciano concorrenza. È ora di ragionare in termini di filiera industriale alla quale il governo può contribuire con il bonus mobili e con la leva fiscale».
Quindi Lupi ha sottolineato l'importanza di sfruttare Expo 2015 come ricaduta positiva sugli anni successivi: «Abbiamo deciso insieme le infrastrutture indispensabili per l'Expo - ha aggiunto - tra l'altro le dobbiamo realizzare, le risorse si devono trovare, basta con le discussioni inutili e fumose. Le istituzioni devono smettere di farsi concorrenza, ma lavorare insieme per cogliere al volo tutte le grandi opportunità.

Expo Milano 2015 è una opportunità straordinaria, manca circa un anno al grande appuntamento e dobbiamo lavorare tutti insieme. Stiamo facendo la nostra parte, dobbiamo concentrarci su che cosa sarà e su che cosa possiamo fare e smetterla di dire questa infrastruttura si deve fare e l'altra no».

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