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Quando e come ricaricare lo smartphone a beneficio della batteria e della bolletta

I modelli di smartphone più recenti sospendono la ricarica quando la batteria raggiunge il 100%. Ricaricare i modelli meno recenti richiede maggiore attenzione

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Le batterie dello smartphone sono il classico anello debole della catena perché, più vengono usate e più tendono a scaricarsi in fretta. Ricaricare lo smartphone nel modo opportuno, per quanto possa sembrare banale, oltre ad allungare il ciclo di vita delle batterie ha impatti sensibili sulle bollette dell’energia elettrica.

Gli smartphone più recenti mitigano questo problema senza però risolverlo del tutto, quelli un po’ più datati non seguono logiche di tutela della batteria e, chi ne possiede uno, dovrebbe colmare questa lacuna facendo più attenzione a quando e a come ricarica lo smartphone.

Lasciare lo smartphone collegato alla rete elettrica anche quando la batteria ha raggiunto il 100% è la cosa più sbagliata che si possa fare.

Come ricaricare lo smartphone

La risposta breve prevede che vada ricaricato durante il giorno. Quella un po’ più articolata deve per forza scindere gli smartphone più recenti e quelli recenti.

Apple spiega che la ricarica degli iPhone (e questo vale anche per i dispositivi Android di alta fascia) si interrompe automaticamente quando la batteria è completamente carica, salvo poi riprende quando raggiunge il 95%. Anche durante la notte gli smartphone svolgono diverse attività quali, per esempio, la sincronizzazione dei dati, l’aggiornamento in background di applicazioni o alcuni backup (tipici delle app di messaggistica istantanea).

Ciò significa che, nonostante la ricarica ottimizzata, anche gli smartphone più attuali – se lasciati collegati alla rete elettrica – consumano corrente elettrica a ritmi alterni.

La questione si complica con i dispositivi non recenti che, non avendo sistemi di ottimizzazione, continuano a fornire elettricità alle batterie a prescindere. Occorre lasciare andare la necessità di ricaricare gli smartphone al 100%, tant’è che la percentuale corretta per la salute della batteria oscilla tra il 20% e l’80% ovvero, lo smartphone dovrebbe essere collegato alla rete elettrica quando la batteria arriva al 20% e dovrebbe essere staccato quando la percentuale di carica raggiunge l’80%.

Osservare questa regola consente di caricare il cellulare durante il giorno e quindi allungare la vita della batteria. Durante la notte è obiettivamente più complesso sincerarsi che la batteria non scenda sotto il 20% né superi l’80% anche se, ancora una volta, gli smartphone più recenti consentono di interrompere la ricarica al raggiungimento di una determinata soglia. Come detto prima, però, si tratta di un continuo recuperare i consumi effettuati a causa delle attività che gli smartphone svolgono in modo autonomo.

La questione economica

Un caricabatterie standard consuma tra i 3 e i 7 watt ogni ora. È vero che quando una batteria raggiunge il 100% i consumi scendono, attestandosi mediamente attorno ai 2,24 watt orari.

Si parla di sprechi irrisori, frazioni di centesimo ogni ora. Se, però, si moltiplicano questi spicci per 365 giorni l’anno e per il numero di dispositivi da ricaricare all’interno della medesima economia domestica, il totale si attesta in media a 40 euro l’anno risparmiati. A ciò va aggiunto il fatto che una batteria mantenuta in modo ottimale tende a consumare meno e a durare di più, evitando sostituzioni che rappresentano comunque un costo.

Consumare meno e non dovere cambiare batteria, infine, sono cose che fanno bene anche all'ambiente.

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