Quando il suo fondatore lanciò banconote dal sesto piano: Telegram compie 10 anni

Ecco come si arrivò al simbolo dell'aeroplanino ideato nell'agosto 2013 da parte del fondatore, il russo Pavel Durov

Quando il suo fondatore lanciò banconote dal sesto piano: Telegram compie 10 anni
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Estensione delle Storie a tutti gli utenti e contenuti effimeri (foto o video) che potranno rimanere visibili per 6, 12, 24 o 48 ore, con in più il supporto dell'uso delle due fotocamere. Nel festeggiare i suoi primi dieci anni di vita, Telegram annuncia diverse novità per tutti i suoi utenti, come ad esempio il fatto che le Storie saranno visibili nella parte superiore della pagina delle chat e potranno essere messe in evidenza sul proprio profilo personale. Un modo che punta a garantire un'esperienza da vero social network per questo instant messanger: con post, commenti, interazioni e caricamento di file multimediali. Ma come e perché nacque Telegram nell'agosto 2013? Per capirlo, è necessario tornare ulteriormente indietro nel tempo di un anno abbondante.

Ecco come venne l'idea del simbolo di Telegram

27 maggio 2012, San Pietroburgo. Dalla finestra del suo ufficio appare un certo Pavel Durov, un bizzarro oligarca di seconda fila. 28 anni non ancora compiuti, è il fondatore e presidente di VKontakte, il maggior social network russo (ha dovuto poi lasciare nel 2014 per dissidi politici abbandonando anche la Russia) . Quella giornata non è assolutamente una come tante altre: si celebra infatti la Festa della città di San Pietroburgo, fondata nel 1703 da Pietro il Grande. Dal sesto piano del palazzo, Durov si diverte a lanciare degli aeroplanini di carta con attaccate banconote da 5.000 rubli (che all'epoca valevano circa 200 euro) e a filmare la reazione della gente, che naturalmente si azzuffa. Un giochetto che Durov compie insieme a Ilia' Perekopski, vicepresidente di VKontakti. Ma il risultato non sarà propriamente esaltante.

La folla dei passanti impazzisce totalmente. Qualcuno ne esce con il naso rotto. La blogosfera reagisce molto negativamente: qualche blogger propone di lanciare addosso a Durov delle monetine, altri di uscire dalla sua rete sociale, come ha poi farà il deputato locale di Russia Giusta Andrei Anokhin. Un gesto che ricorda molto quello compiuto pochissimi giorni fa dalla star dei social Kai Cenat, che aveva scatenato il panico a New York dopo avere dato appuntamento a Union Square per regalare ai suoi fan Playstation 5, computer e microfoni. La situazione era presto sfuggita di mano e il tutto si è trasformato in una rivolta che ha richiesto l'intervento della polizia per sedare la maxi rissa.

Le prossime sfide del social network

Fatto sta che undici anni e tre mesi fa, dal suo blog, Durov cercò di scusarsi, sostenendo che il suo gesto voleva essere una piccola lotteria di beneficenza per la festa cittadina. Su Twitter, però, il giovane programmatore rincarò la dose: spiegò di avere dovuto interrompere i generosi lanci perché "le persone sono diventate animali". Tuttavia quell'aeroplanino di carta gli rimase in testa e diventò l'iconcina della sua app: Telegram. A differenza di quelle banconote lanciate, questo ibrido tra un social e un instant messanger è più in quota che mai. Oggi vanta 550 milioni di utenti attivi ogni mese. Il servizio di messaggistica istantanea basato sul cloud che cripta tutti i dati inviati tra gli utenti. Questo significa che tutte le informazioni inviate tramite Telegram, compresi testi, immagini e video, sono illeggibili da terzi. Prima della guerra in Ucraina, la creatura di Durov si era costruita una solida fama di spazio anarchico e libertario.

Negli anni, però, sono state parecchie (nonché violente) le controversie che lo hanno chiamato in causa per aver dato spazio ai jihadisti e all'Isis, a gruppi neonazisti e ai Proud Boys dell'assalto al Capitol Hill, fino ai peggiori complottisti più radicali. La sfida del prossimo decennio sarà proprio questa: mantenere il focus sul controllo della privacy e - si spera - combattere i lati oscuri ancora rimasti.

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