Sfiora il collasso, soffocata da un traffico sempre più congestionato. È allarme rosso per quanto concerne la mobilità nella Capitale, paralizzata da un trasporto privato che si espande a macchia dolio a discapito di quello pubblico, utilizzato solo dal 20 per cento dei cittadini. Le strade consolari e le arterie nevralgiche della città sono intasate - secondo le iscrizioni nei registri Pra - da ben 2,2 milioni di autovetture e 500mila motoveicoli.
E al mancato snellimento della circolazione contribuisce anche il pendolarismo: nellUrbe confluiscono ogni giorno circa 700mila veicoli di studenti e lavoratori che scartano il trasporto su ferro, optando per il mezzo privato. Nel ventaglio dei problemi sulla mobilità anche uno sviluppo urbanistico smodato, a cui non corrisponde unadeguata offerta infrastrutturale.
«Difficile intervenire su una città già consolidata», ha dichiarato Antonello Aurigemma, presidente della commissione Mobilità del Comune, nel corso del convegno sullemergenza infrastrutture tenutosi presso lhotel Universo. «La capitale è paralizzata, se si continua a costruire qui finisce che non si cammina più. Stiamo pagando a caro prezzo - ha puntualizzato - il piano regolatore messo a punto da Veltroni: case e quartieri edificati senza un piano strategico sulla mobilità. La chiave sta nel sottosuolo, con la realizzazione del prolungamento della linea B nel tratto che va da Rebibbia a Casal Monastero. Altrettanto importante la rimodulazione del Pup, con parcheggi da collocarsi allesterno del raccordo, al fine di fluidificare il traffico allinterno dellanello». Infine, si starebbe valutando il prolungamento ferroviario della Roma-Ostia fino a Torvaianica.
Raddoppiare il Raccordo, prolungare la Roma-Lido dalla stazione Cristoforo Colombo fino al Villaggio Tognazzi, oltre a smaltire il traffico sulla Pontina, specialmente nel tratto di Tor de Cenci, grazie al corridoio tirrenico, sono le strategie per arginare lemergenza secondo il consigliere regionale del Pdl Luigi Celori, che sottolinea: «La giunta Marrazzo ha tagliato testa e coda al corridoio, riducendo lintervento tra Latina e Castel Romano. Condizione che non fa che aumentare il volume del traffico e dellincidentalità».
Dopo aver ricordato lavanzamento puntuale per la realizzazione della più grande opera pubblica a livello nazionale, la linea C, il sindaco Alemanno ha chiesto un dialogo diretto con il governo per il finanziamento della linea D, senza lintermediazione della Regione. «Per uscire dalla crisi - ha precisato il sindaco - è necessario che le risorse private si intreccino con quelle pubbliche. Una volta definito con Roma Metropolitane il project financing, chiederemo al Cipe delle garanzie per coprire le spese di tutta la linea».
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