Mobilitazione bipartisan per i domiciliari a Gargano

Prima l’allarme, lanciato due giorni fa dal garante dei detenuti Angiolo Marroni: «Le condizioni di salute fisiche e mentali dell’ex assessore regionale Giulio Gargano sono assolutamente incompatibili con il regime carcerario cui è attualmente sottoposto». Poi il viaggio dal carcere di Regina Coeli all’ospedale Pertini, dove l’ex assessore ai Trasporti, che avrebbe bisogno di un pace-maker, è stato ricoverato d’urgenza nella tarda serata di mercoledì. Solo i «gravi problemi cardiologici» di cui soffre hanno fatto aprire le porte del carcere per il consigliere regionale azzurro, finito dietro le sbarre quattro mesi fa, il 7 luglio, per presunti illeciti nella sanità del Lazio, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Se An alza la voce con l’ex Governatore Storace, che parla di «trattamento incivile», e insiste per accelerare l’iter di concessione dei domiciliari con il senatore Andrea Augello, ieri anche il sindaco Walter Veltroni ha preso posizione sulla vicenda. Chiedendo alla magistratura di prendere «in seria considerazione le condizioni del consigliere Gargano e le richieste dei suoi avvocati». Pur «senza entrare nel merito delle indagini», Veltroni si è chiesto «se sussistano davvero esigenze cautelari così gravi da impedire la concessione degli arresti domiciliari».

Anche il consiglio comunale, ieri, ha approvato all’unanimità un ordine del che impegna il primo cittadino a farsi «promotore di un intervento immediato teso a garantire lo stato di salute del consigliere regionale Gargano». Anche gli europarlamentari azzurri Antonio Tajani, Alfredo Antoniozzi e Stefano Zappalà hanno infine presentato un’interrogazione sulla vicenda alla Commissione europea.

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