Michela Giachetta
È un «obbedisco» quello dei parroci romani. Ma è un «obbedisco» scelto e convinto. Non andranno a votare al referendum sulla procreazione assistita, in linea con quanto consigliato dalla Chiesa cattolica, dal papa in primis, perché «sulla vita non si discute». Punto. Anche se poi cè chi a discutere ci prova. O meglio, prova a spiegare «perché sulla vita non si discute». E sceglie (anche) Internet come strumento per divulgare il proprio pensiero. Facile, immediato, veloce. Un «click» e hai accesso alla legge, a un dibattito, a delle spiegazioni scientifiche e ragionate sul tema. Sembra banale, ma non lo è.
Prendete ad esempio il sito della parrocchia Sacra Famiglia al Portuense (www.sacrafamiglia.info): navigando al suo interno potrete trovare un manualetto per capire cosè la procreazione assistita (come avviene, qual è il significato del termine, ecc) e quali sono i principali contenuti della legge 40 e dei referendum abrogativi. Un altro click ed ecco il sito della parrocchia La Salette. Lì cè un forum, dove parlano mamme, figli, medici, sacerdoti: sette pagine in cui ognuno mette «a disposizione» le proprie idee e i propri dubbi. Nessuno si astiene dal dibattito. Lastensione al voto è unaltra cosa. E, considerato quanto scrivono nel sito, probabilmente il non voto sarà scelto dalla maggior parte dei «navigatori». Una parrocchia, quella de La Salette, che mette in contatto persone diverse e facendolo si mette in discussione. Alla faccia di chi definisce «non democratici» coloro che scelgono di astenersi. Anche la cappella della Stazione Tiburtina si è messa on line e ha scelto il mezzo della lettera/articolo, in cui spiega la legge sulla fecondazione assistita, articolo per articolo. Non solo. Offre la possibilità di dialogare tramite e-mail con la persona che ha scritto la lettera. Quasi come dire: «Non ti ho convinto? Se ne può parlare». Anche il vicariato sul tema è sceso in campo. Nel sito www.diocesidiroma.it cè un rimando al comitato Scienza e vita: «Ti hanno detto che la legge 40/04 è incostituzionale, confessionale, proibizionista, contro le donne, nemica della scienza. Noi ti diciamo che non è vero e ti spieghiamo perché». Punto per punto. Ma internet è solo uno dei tanti strumenti scelti dai sacerdoti per motivare, nel caso ce ne fosse davvero bisogno, la loro scelta. Se, infatti, i più allavanguardia si sono avvalsi di questo mezzo, altri hanno optato per la classica via dellincontro. È quanto accaduto, ad esempio, nella parrocchia di Santa Maria Addolorata, a villa Gordiani, zona VI municipio, dove è stata organizzata una conferenza per discutere insieme della legge. Una serie di appuntamenti in calendario anche a La Sacra famiglia al Portuense: «Parliamone insieme», il titolo degli incontri. Un invito, un segnale di apertura.
Non sono stati da meno i giovani cattolici che frequentano le parrocchie: hanno deciso di dire la loro e sono scesi in 15 piazze nei due fine settimana precedenti il referendum per dare uninformazione corretta sullastensione. Liniziativa è nata «dal basso» e dopo un veloce passaparola, fatto di scambi di sms e di e-mail, i ragazzi delle parrocchie e dei movimenti della capitale, al di là dellappartenenza politica e dellassociazione di riferimento, si sono ritrovati in Vicariato per due incontri formativi. Una volta «formati» sono approdati ai banchetti informativi. «Ci siamo sentiti in dovere di mobilitarci - spiegano i coordinatori - la vita è un dono troppo importante per essere dibattuto in un referendum». Internet, incontri, volantini sono i mezzi scelti da alcuni parroci. Altri, più semplicemente, hanno deciso di allinearsi a quanto stabilito dalla Chiesa. «La mia posizione è quella dei cardinali - spiega Don nazareno Di Marco, della parrocchia di San Lorenzo in Lucina - La vita è sacra dalla nascita alla morte, non è unideologia su cui si può discutere».
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