Modì, viaggio nei pensieri di un «mistico profano»

Alla scoperta dell’evoluzione del pensiero e dell’arte di un grande artista: Amedeo Modigliani, per lungo tempo sottostimato rispetto ai suoi contemporanei e da qualche anno rivalutato tra i grandi. Così la Fondazione Galleria d’Arte moderna e Contemporanea di Gallarate ospita la mostra che durerà fino al 19 giugno a cura di Silvio Zanella e accompagnata da un ricco catalogo edito da Electa-Mondadori. Un’occasione per presentare al pubblico il nuovo e rinnovato MAGA, Museo d’Arte Gallaratese, la cui Fondazione è diretta da Angelo Crespi. Un’accordo siglato tra i fondatori della Fondazione, Comune di Gallarate, Regione Lombardia, Provincia di Varese, Cariplo, Electa, Sea, Trenitalia, Ferrovie Nord, Media Parters, Corriere della Sera, BPM, Ministero per i Beni delle Attività Culturali, sotto il Patrocinio del Consiglio dei Ministri, del Senato e della Camera dei Deputati. La coordinatrice della mostra, Cinzia Chiari, con Emma Zanella che dirige il MAGA, spiega perché si è voluto aprire le porte al pubblico a quarant’anni dalla sua costruzione; un complesso firmato da Maria Luisa Provasoli (per il primo lotto) e da Michele Miano e Carlo Moretti (secondo lotto), in base a un progetto museo logico dello Studio Pandakovic & Associati. Si tratta di un complesso di oltre 5 mila metri quadrati, con due corpi edilizi attigui e comunicanti. La mostra ripercorre la vita di Modigliani in particolare a partire dal 1906, data del suo arrivo a Parigi dove fa amicizia con i grandi contemporanei e impara l’arte contemporanea. In quell’anno morì il fondatore del Movimento Moderno, Paul Cézanne. La pittura impressionista aveva da tempo conquistato il collezionismo internazionale; Rodin con la sua scultura romantica stabilisce le regole e il gusto della nascente borghesia dominante e colloca il suo «pensatore» di fronte al Panthéon. Contemporanemente nello stesso anno Picasso pubblica «Les demoiselles des Avignon» e di lì a poco cubismo, Futurismo, Surrealismo e Dada diventeranno i grandi Movimenti. Proprio in quel clima intellettuali e artisti. Le ballerine e i grandi signori, gli habitués dei bistrot, dei Lapin Agile o della Closerie des Lilas.

Il Teatro dell’Opera e gli alberghetti della Parigi bohemien saranno al centro del grande romanzo di tutto il romanzo europeo del Novecento. A Parigi Modigliani sviluppa una evoluzione personale, autonoma; le sue donne con il collo lungo, i suoi nudi e i suoi ritratti solo in tarda età fanno il giro del mondo.

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