Li trovi pubblicizzati dappertutto. Nel burro, negli yogurt, nel latte e in mille altri alimenti arricchiti. E se non vuoi ingurgitare cibo, li puoi assumere spalmandoti una crema sulla pelle oppure puoi ingoiare comode pillole che si trovano pure sugli scaffali dei supermercati. Gli omega 3 sono come il prezzemolo. Peccato che siano meno innocui del trito preferito dagli italiani. Soprattutto se strausati senza consiglio del medico e a scopo preventivo. Ma c’è di peggio. La frenesia di assumere questi modaioli acidi grassi perché allontana il rischio di infarti, abbassa il colesterolo, i trigliceridi, combatte l’ipertensione, la depressione, i disturbi bipolari, la schizofrenia e chi ne ha più ne metta, si deve scontrare con una recentissima ricerca americana che rivela il rovescio della medaglia.
Secondo lo studio condotto da ricercatori del Fred-Hutchinson Cancer Research Center e pubblicato sull' American Journal of Epidemiology , gli omega 3 farebbero alzare drasticamente il rischio di tumore alla prostata. Gli scienziati che lanciano quest’allarme hanno esaminato i dati di un campione di ben 3400 americani. Ed è emerso che gli uomini con i più alti livelli di acido docosaesaenoico (Dha), uno degli acidi grassi della categoria omega 3, presentavano un rischio di cancro alla prostata 2 volte e mezzo più elevato rispetto alle persone con i livelli più bassi. «Siamo stupiti noi stessi da questi risultati e per questo li abbiamo esaminati più volte per verificarne la correttezza», ha commentato Theodore M. Brasky, coordinatore dello studio.
Ma la scienza non è un opinione. Serve a evitare illusioni miracolose soprattutto per quei prodotti gonfiati dalla pubblicità o perché vanno di moda. Questa ricerca, sia chiaro, non demonizza gli omega3. Anzi. Brasky sostiene che il consumo di pesce, ricco di omega3, serve a prevenire le malattie cardiovascolari e questi benefici «superano i rischi connessi al tumore alla prostata».Ma l’esperto suggerisce di affidarsi soprattutto a madre natura per fare una buona prevenzione. «Mangiare un po’ di tutto quello che ci offre la terra e non ricorrere a integrazioni inutili ». Lo pensa allo stesso modo un nutrizionista italiano di grande esperienza. «Gli omega3 di per se fanno bene ma non sono miracolosi- conferma il professor Giorgio Calabrese - Aiutano nella prevenzione se assunti nel cibo, pesce in particolare, ma non condivido l’uso degli integratori che hanno un potente potere virtuale ma un potere terapeutico blando, se non addirittura dannoso».
Calabrese, inoltre, è decisamente contrario al «fai da te». «Quando si eccede nelle pillole di omega3 si possono creare delle alterazioni sulla qualità della coagulazione del sangue -avverte - Un po’ come quando si prende troppa vitamina A, che può provocare problemi al cervello e alla vista». Dunque, pillole sì, ma solo se consigliate e dosate dal medico oppure da assumere nei casi di allergie al pesce o alla frutta secca che contiene omega3. In via generale, una buona prevenzione passa dalla tavola. «Meglio mangiare tre o quattro volte la settimana 180 grammi di alici, sono buone e fanno bene». Si cambia nutrizionista ma i suggerimenti rimangono gli stessi. «Io consiglio gli omega3 a chi ha problemi di circolazione o una valvola cardiaca mal funzionante– spiega Francesco Mutti – oppure ai pazienti stanchi, stressati e mai se hanno meno di 40 anni».
Poi c'è la scelta del farmaco, da selezionare con cura. «Bisogna preferire i prodotti omologati, di ditte conosciute. E le dosi vanno concordate con un medico». Insomma, diffidate da chi sostiene che per mantenersi in salute e prevenire molte malattie basta prendere ogni giorno una capsula o più di Omega-3, magari acquistata al supermercato. Inoltre, se è vero che i grassi del pesce hanno un’azione antinfiammatoria e quindi proteggono da malattie come quelle del sistema cardiocircolatorio e dall’artrosi, mancano convincenti riscontriscientifici sugli effetti benefici degli omega3 per l’asma, le psicosi, i dolori mestruali, l’osteoporosi, le malattie dei reni.
E non c’è nessuna dimostrazione neppure dell’efficacia di questi grassi contro il diabete di tipo due (la forma più comune della malattia), il mal di testa, le allergie e le ulcere. Chi sostiene il contrario fa solo pubblicità. Ingannevole.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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