Cronaca locale

Modello Airbnb, ora arriva la stretta. "Bozza pronta entro fine settimana"

L'annuncio di Santanchè da Milano. Maran: "Solo una casa sul mercato". A giugno nuova cedolare secca

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Da Milano il ministro del Turismo Daniela Santanchè annuncia che la stretta al «modello AirBnb» è ormai a un passo. «Non bisogna criminalizzare nessuno e non ce l'ho con AirBnb o altre realtà che si occupano di affitto breve - premette - ma c'è bisogno di regolamentare il sistema e dopo 4 tavoli di lavoro, con tutti i sindaci della Città metropolitana compreso Beppe Sala, con le associazioni di categoria e degli inquilini, entro fine settimana avremo pronta la bozza per normare l'affitto breve. Raccoglieremo, se ci sono, emendamenti dei player coinvolti e poi la presenteremo in Consiglio dei Ministri». Finora il governo ha riconosciuto solo a Venezia la possibilità di porre dei limiti, il sindaco Brugnaro pensa a un tetto massimo di 120 giorni. Santanchè precisa che la norma nazionale non replicherà «il modello Venezia, stiamo lavorando su un codice identificativo nazionale uniforme (oggi è regionale) senza il quale non si possa entrare sulle piattaforme».

E «non siamo d'accordo - aggiunge - sul limite di 90/120 giorni. Stiamo pensando a un limite minimo di due notti, perchè chi va in affitto breve lo fa per un periodo più lungo, e le famiglie che affittano un alloggio o una stanza per arrotondare il reddito avranno un percorso diverso di chi invece ha una rete di appartamenti e lo fa come tanti altri lavori, quindi deve essere assoggettato alle regole». L'assessore alla Casa Pierfrancesco Maran concorda che la via «potrebbe essere di un appartamento al massimo in affitto breve oltre a quello di residenza per privato cittadino» su AirBnb o simili. La sua «preoccupazione» è che la norma «abbia più l'obiettivo di armonizzare l'offerta standard che non si contenere la crescita numerica». No al tetto di 90 o 120 giorni, «va fatta soprattutto una distinzione tra proprietà fisiche e aziende».

E Maran ha incontrato ieri i 133 sindaci della Città Metropolitana, sindacati, piccoli proprietari immobiliari e organizzazioni studentesche per arrivare «entro giugno» a un accordo per aggiornare le tariffe del canone concordato su larga scala. L'ipotesi è di portare la cedolare secca dal 21 al 10%, «con un effetto del 15% di calo dell'affitto» E una semplificazione delle fasce (mix tra zone, metratura ecc), al massimo 5. «Oggi il canone concordato non funziona, in città abbiamo 1.300 contratti e due terzi riguardano grandi proprietà. In tutta la Città Metropolitana sono 5mila. Per calmierare gli affitti dobbiamo coinvolgere e dare più vantaggi ai piccoli proprietari. E dovremo fare una grande promozione usando i nostri spazi pubblicitari». Allo Stato chiede «un fondo nazionale di sostegno affitti per studenti e lavoratori da un miliardo, un centinaio di milioni per Milano». Sul canone sono perplessi gli studenti. Ilaria Lamera, che ha dato il via alla protesta delle tende, dice: «Ci spero, ma ho paura che possa non funzionare.

Spero sia una misura su tante che verranno attuate».

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