Massimo Ferlini*
Si è parlato molto dei riflessi positivi che avrebbe l'economia lombarda e quella nazionale, con l'arrivo a Milano dell'Expo. Sviluppo, intrapresa, posti di lavoro; aggiungo tante importanti occasioni di crescita per le 350mila piccole imprese del milanese.
Ma forse, a poche ore dall'assegnazione, è arrivato il momento di chiederci - accanto alla domanda di rito: cosa potrà fare l'Expo 2015 per noi e per la nostra economia? - Quale contributo potrà dare Milano, la Lombardia, alla comunità internazionale che potrà prendere parte all'Esposizione universale?
Come è noto, per ospitare l'evento, stanno gareggiando Milano e Smirne, l'Italia e la Turchia. E accanto alle grandi opere da realizzare, di sicuro interesse per i grandi gruppi d'investitori e per l'economia nazionale, avranno un peso determinante anche i fattori geo-politici, sui quali contiamo che il ruolo del governo nazionale e della imponente rete di relazioni internazionali, costruita dalle amministrazioni locali, dia risultati positivi.
Decisiva una governance comune, una cabina di regia da affidare a Camera di commercio che, accanto alle amministrazioni locali, sia in grado di coniugare pubblico e privato nell'interesse del progetto comune.
Ma i temi proposti da Milano, sui quali si è notata una qualche disattenzione, rappresentano una irripetibile occasione di confronto, di crescita culturale e scientifica, particolarmente importante, per tanti paesi che stanno imboccando la via dello sviluppo. C'è il modello lombardo dell'efficienza, c'è il mondo della ricerca scientifica proposto dalle università della nostra regione, ma non solo.
I temi proposti: «Nutrire il pianeta,
energia per la vita», rappresentano una
sfida mondiale alla quale anche le piccole
imprese lombarde possono dare un contributo
importante.
E dunque anche l'idea della borsa agroalimentare,
accanto al sistema degli
scambi, può proporre il modello di crescita
delle piccole eccellenze di qualità tanto
caro ai produttori lombardi ed italiani.
È possibile dunque esaltare le qualità e
le capacità dei piccoli imprenditori, per
farle diventare un modello esportabile. Si
pensi al ruolo di tanti artigiani del gusto
nella valorizzazione delle produzioni autoctone
e del territorio. Ma questo percorso
vale anche per le centinaia di piccole
imprese che si cimentano sul terreno dello
sfruttamento delle energie rinnovabili,
di cui ogni Paese - oggi più che mai - ha
bisogno. L'Expo, dunque per consolidare
quella rete internazionale di cui ogni economia
ha bisogno.
L'Expo per esaltare le piccole eccellenze di casa nostra, come modelli proponibili, nel grande sistema degli scambi internazionali, che deve avere al centro il valore umano.
*Massimo Ferlini
Presidente Compagnia delle Opere di Milano
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