«La ragione è esigenza di infinito e culmina nel sospiro e nel presentimento che questo infinito si manifesti». Anche quest'anno il titolo del Meeting di Rimini rischia di essere incomprensibile alla maggior parte dei lettori e del grande pubblico ma la «colpa» non è degli organizzatori, al contrario. La bella frase che costituisce il titolo del Meeting risulta di difficile comprensione proprio perché non siamo abituati ad usare la ragione secondo tutti i fattori della sua dinamica propria, come invece ben delineato nel grande pensiero del fondatore di Cl, don Luigi Giussani.
Per questo motivo Comunione e Liberazione non è solo un patrimonio di chi ha la fortuna di parteciparvi. L'esperienza di Cl, presente oramai in circa 70 nazioni del mondo oltre che in Italia, rappresenta un dono che lo Spirito, attraverso il carisma di don Luigi Giussani ha fatto oramai da oltre 50 anni alla Chiesa universale e al mondo intero. Per questo essa appartiene un po ad ognuno di noi, a ciascun cristiano come a ciascun uomo di buona volontà. E a nulla valgono le tentazioni di riduzioni politiche indebite per sminuirne la portata storica e culturale, rappresentata innanzitutto proprio dal pensiero di monsignor Giussani e dall'esperienza storica che da esso ne è scaturita.
E veniamo allora al punto rappresentato proprio dal sistema di pensiero di don Giussani. Esso realizza un criterio di lettura critico e sistematico della realtà secondo tutti i suoi fattori, a tal punto da rappresentare una vera e propria riedizione moderna della cultura cristiana al passo coi tempi. Questo nuovo approccio della cultura cristiana, in Don Giussani, ha come fondamento l'uso della ragione intesa non come misura di tutte le cose, ma come lo strumento dell'intelligenza umana, affinché essa possa, nella sua avventura storica, aprirsi sempre di più alla categoria del Mistero. In questo percorso della ragione, il cuore dell'uomo, e più propriamente le proprie esigenze elementari e originarie di giustizia, di verità e di bellezza, rappresentano il senso religioso di ogni persona autenticamente tesa alla ricerca del significato della propria vita. Ogni uomo è infatti sempre in attesa, anche senza saperlo, dellincontro storico con un evento, con una presenza in carne e ossa, che lo sappia rendere amico di Dio e dell'infinito dentro al dramma della vita.
Per questo il titolo della attuale edizione del Meeting di Cl e ancor di più il suo svolgimento, segnano sicuramente un grande contributo di chiarezza nel dibattito contemporaneo circa la nostra identità di uomini, di cittadini italiani, dell'Europa e del mondo intero.
La ragione come esigenza di infinito che culmina nel sospiro e nel presentimento che l'infinito si manifesti, è una impostazione dell'uso della ragione che, tra gli altri effetti, produce anche quello di essere il primo caposaldo contro il relativismo culturale stigmatizzato da Papa Benedetto XVI, grande amico di don Giussani. Come afferma il Pontefice, anche la ripresa certa della nostra identità di popoli europei può essere riaffermata solo recuperando la ragione e la consapevolezza della nostra storia, riconoscendone l'intima relazione con la nostra eredità religiosa.
Di certo una impostazione della ragione così spalancata e non prigioniera del proprio schematismo mentale impone la nozione di verità. E la verità non è mai la risultante di qualche accordo tra potenti della terra o tra qualche intellettuale saccente e i propri seguaci o, peggio ancora, il prodotto ben confezionato del conformismo dilagante della mentalità appiattita ed omologante, seppur maggioritaria, promossa dai mezzi di comunicazione di massa.
La verità è un fatto. E questo fatto è grande e infinito quanto sono grandi il nostro cuore, il mondo, la realtà e l'universo intero. E a questa verità si può solo attingere imbattendosi nella presenza significativa di uomini e di donne che dal passato e dalla tradizione hanno saputo farne esperienza fino ad oggi. Questo è il senso dell'importanza della contemporaneità della Chiesa, come occasione storica di incontro con Cristo, Signore del cosmo e della storia, in ogni momento della vita.
Ma per vivere una apertura continua della propria ragione e del proprio cuore alla possibilità di questo grande incontro risolutore della vita è necessaria tanta libertà. Per questo non potremo mai ringraziare abbastanza Don Giussani e gli amici del Meeting che di questa grande libertà ci sono di esempio ormai da diversi decenni. Una libertà grande che, certa della propria identità, non teme il confronto e desidera amare e abbracciare tutto ciò che incontra.
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