La modernità di Monteverdi

La modernità di Monteverdi

«Claudio Monteverdi ha uno stile che a volte è sconvolgente; sono passati più di quattrocento anni, ma riesce ad essere sempre di una modernità strabiliante». Fabio Bonizzoni ha scelto così una delle pagine più straordinarie della letteratura monteverdiana per il prossimo concerto della Gog, lunedì sera (ore 21) al Teatro Carlo Felice: il «Vespro della Beata Vergine», salmi corali alternati a pezzi per voci soliste, al modo delle antifone liturgiche. «Un pezzo dalla immensa varietà di timbri ed effetti, grazie ad un particolarissimo intrecciarsi di voci e strumenti; uno dei più grandi capolavori di musica sacra, del passato, del presente e chissà…azzarderei anche del futuro; in questi brani c'è veramente di tutto, è una vera e propria "summa", meravigliosa e ineguagliabile». Come direttore dell'orchestra da camera «La Risonanza», Bonizzoni, che è anche organista e clavicembalista, torna a Genova dopo l'esecuzione di musiche di Händel nella Chiesa del Gesù, nel dicembre di due anni fa: e di nuovo offre al pubblico un'interpretazione «pura», con strumenti originali e con un'accordatura estremamente acuta, che secondo lui «conferisce al suono una luminosità e una forza impareggiabili».


«La Risonanza», fondata dallo stesso Bonizzoni nel 1995, è un ensemble strumentale specializzato in musica antica (XVII e XVIII secolo) che collabora talvolta con formazioni corali per programmi di particolare ampiezza: per il «Vespro» genovese, accanto ai musicisti saranno sul palcoscenico anche due soprani, due contralti, quattro tenori e due bassi, che interpreteranno i brani corali e quelli solistici. Esempi questi di virtuosismi complessi, affascinanti, che nascono da quello stile così innovativo che fece di Monteverdi uno dei grandi maestri nell'esprimere e suscitare gli affetti dell'animo umano.

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