Mogli picchiate In manette un egiziano e un italiano

Elena Gaiardoni

Non basterà una legge per fermare la violenza dell'uomo sulla donna. Ci vuole di più: bisogna che tutti arrivino a credere ai suoi sacrifici. Un uomo di 48 anni, tossicodipendente, è stato arrestato ieri a Milano per violenze sessuali e sopraffazioni nei confronti della convivente. Frequenti le percosse sui figli di 4 e 17 anni. Spesso in stato di alterazione a causa dell'abuso di alcol, costringeva la convivente a rapporti sessuali non consensuali. La minacciava di portarle via i figli o di ucciderla se l'avesse lasciato.

Per dieci anni la donna ha resistito, ma il 29 giugno scorso ha presentato denuncia alla polizia locale. Gli sfoghi furiosi dell'uomo non si erano fermati neppure nei periodi in cui la donna era in gravidanza. «Le indagini svolte dall'unità tutela donne e minori, che ringrazio per la tempestività - spiega il comandante Antonio Barbato - hanno fornito al giudice sufficienti indizi per procedere all'arresto». Indispensabile in questa battaglia è la complicità tra le forze dell'ordine e la donna, per portare a galla un comportamento radicato nella società. Sul web gira un video in cui un cinese trascina per i capelli una ragazza cinese per le strade di Pechino sotto gli occhi della polizia immobile. «Troppi uomini continuano a considerare le donne come un oggetto da possedere - sottolinea Carmela Rozza, assessore alla Sicurezza del Comune -. Il Parlamento deve approvare in fretta la legge sul femminicidio».

In manette anche un egiziano di 36 anni, sempre ieri e per lo stesso problema.

È stato bloccato proprio fuori dagli uffici della polizia di via Carlo Poma 8, mentre cercava di aggredire la consorte entrata per denunciarlo. Dal 2012 minacciava di morte la moglie e la suocera, e per questo era già finito dietro le sbarre.

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