Moletta appiedato: suo padre coinvolto in inchiesta doping

da Cesena

Più che l’ordine d’arrivo servì un bollettino medico. Più delle fotografie poterono le radiografie. Tappa tremenda, quella di ieri. Lividi e lordi di fango sul traguardo di Cesena. La tappa del Carpegna, della memoria che riconduce a Pantani, si trasforma in una ecatombe. Più che al Giro d’Italia sembra essere finiti in un saloon, dove tutti se le danno di santa ragione senza sapere il perché. Scatti, controscatti, fughe, voli, scivolate, botte e piroette. C’è chi scivola nella melma e chi finisce direttamente nei prati. Il record della rogna spetta ad Emanuele Sella, caduto martedì nella crono di Urbino, caduto tre volte ieri: «C’è poco da dire: è stata una giornata infernale. Mi sembra di essere finito in un tritacarne. Non so nemmeno come sia riuscito ad arrivare al traguardo», dice sfinita la maglia verde.
Cade Sella, cade anche Piepoli (per lui una botta alla testa e una ferita all'arcata sopraccigliare). Cadono Pellizotti e Leipheimer. E stessa sorte tocca al campione d’Italia fasciato di rosa Giovanni Visconti. «Strade terribili, discese pazzesche, soprattutto quando piove e l’asfalto è una saponetta – racconta il campione d’Italia, delfino di Paolo Bettini -. Lungo una discesa ho toccato appena il freno è sono partito via. Ho fatto un volo pazzesco. Ora ho una botta al polso destro, una al gomito sinistro e poi sono pieno di abrasioni. Che dire? Spero di andare avanti, perché la maglia che indosso non voglio lasciarla così».
Con le ossa rotte e il morale a terra se ne torna a casa anche Andrea Moletta. Lui ieri non ha corso. La Gerolsteiner, la sua squadra, l’ha sospeso e rispedito a casa visto che suo papà è iscritto in una inchiesta antidoping portata avanti dalla Polizia italiana.

«Anche se la presenza di Moletta si rivelasse solo una coincidenza, abbiamo deciso di applicare in maniera severa e indiscutibile il Codice Etico» ha detto il team manager della formazione tedesca Hans-Michael Holczer.
Anche questa, una bella botta.

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