da Roma
«In un elettorato come il nostro che, da un po di tempo ha smarrito in parte la sua forte identità, cè il concreto rischio che il richiamo di Berlusconi possa fare presa. È inutile nasconderlo». Luca Malcotti, consigliere di An in Campidoglio e membro dellAssemblea nazionale, è uno di quelli che non ha mai lesinato critiche ai vertici di via della Scrofa e, nellattuale situazione di aperta contrapposizione nel centrodestra, cerca di interpretare i malumori diffusi nella base del suo partito.
Ma, pur avendo aderito a «Progetto popolare», la componente guidata dal senatore Andrea Augello, non vuole calcare la mano nella critica interna. «In realtà - spiega - tra gli iscritti con cui parlo ogni giorno, più che mal di pancia, mi sembra di percepire un senso di disorientamento. Io stesso, lo confesso, ho seri dubbi e unoggettiva difficoltà nel capire appieno che cosa sta succedendo. Liniziativa di Berlusconi porterà davvero a una diversa ricomposizione del quadro politico o si tratta di uno sparigliamento strategico? Dovremmo prima di tutto avere certezze per capire, magari, su quali contromosse puntare». Certo è che lannuncio del Cavaliere ha spiazzato i dirigenti locali del partito di Fini. Malcotti lo ammette, ma dice anche che «se in passato avessimo coltivato di più la nostra identità, oggi di fronte a questa sfida non ci troveremmo disorientati». «Ora - continua - abbiamo di fronte uno scenario nuovo che ci lascia aperte due possibiltà: recuperare i rapporti allinterno del centrodestra, mantenendo il dialogo aperto con Forza Italia, oppure investire in un progetto di lunga scadenza che ci porterà inevitabilmente a interpretare un ruolo alternativo e, se sarà necessario, in competizione con il nuovo soggetto politico annunciato da Berlusconi». Anche il presidente di Azione Giovani (lorganizzazione giovanile di An) di Roma Federico Iadicicco è preoccupato. «Certamente cè il timore che la fascinazione berlusconiana possa avere un effetto sul nostro elettorato - dice -. Ma molto dipenderà da noi e dal progetto con cui An interpreterà la fase politica che si è appena aperta. Sono convinto che quello che stiamo pagando oggi in termini di disorientamento, è un errore che affonda le sue radici nel più recente passato, negli anni in cui Alleanza nazionale è stata al governo del Paese accanto a Forza Italia e agli altri alleati. In quel periodo, forse, abbiamo perso un po del nostro tradizionale radicamento nella società». La ricetta per far uscire An dalle secche in cui rischia di ricacciarla liniziativa di Berlusconi? Per Iadicicco serve «un ringiovanimento della classe dirigente del partito, soprattutto a livello locale».
Va giù dura, invece, contro Fini, Ivana Abenavoli, avvocato e più volte consigliere municipale: «Se cè il rischio che elettori di An possano seguire Il Cavaliere? Altroché, anzi spero proprio che siano la maggior parte. Daltronde, prima ancora delluscita di Berlusconi, cera già grande disaffezione tra il popolo di An e i suoi vertici».
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